Questo è il rischio quando si scrive un'autobiografia a 29 anni: se non si accennano a litigi di scuola e a due mandati incrociati come un'ombra, si ritrova presto la penna nel vuoto. Durante la lettura Quello che sto cercando(Fayard, 324 pagine) il libro di Jordan Bardella pubblicato sabato 9 novembre, comprendiamo le montagne di precauzioni prese dal Rally Nazionale (RN) per mantenere il segreto sul suo contenuto: i suoi fan non impareranno molto, cosa che non sanno Lo sanno già, e chi cerca di capire il pensiero politico di Giordano Bardella avrà perso 22,90 euro. “Sento già i miei detrattori. Giudicheranno questo libro mediocre, povero e poco interessante.scrive in conclusione il presidente della Rn, quasi a sdrammatizzare possibili critiche da attribuire al presunto attivismo della stampa, uno dei fili conduttori del lavoro.
Appena politico, ancor meno letterario, questo oggetto di marketing viene lanciato con l'avvicinarsi del Natale dal miliardario conservatore Vincent Bolloré, che ha messo le mani su tutto ciò che permette di vendere un libro: una potente casa editrice, un gruppo mediatico e la rete di distribuzione Relay. . “Né un saggio né un programma”avverte fin dall'inizio Giordano Bardella, il libro è destinato “il riflesso di [son] esistenza». Ma le 324 pagine sono prive di ogni introspezione, rivelazione o nuovo aneddoto sulla breve vita di un uomo già scrutato dalla stampa e oggetto di un'approfondita biografia (Il Grande Sostitutodi Pierre-Stéphane Fort, Edizioni Studiofact, 240 pagine, 20 euro), pubblicato a maggio.
Il primo terzo, riscritto durante l'estate, racconta la sequenza delle elezioni europee (9 giugno) e delle elezioni legislative anticipate (30 giugno e 7 luglio). Il giovane ha appena alzato il sipario su queste settimane in cui si preparava a diventare primo ministro – abbiamo appena appreso che intendeva insediare il suo alleato Eric Ciotti al ministero delle Forze armate. Il quale, essendo giovane, riuscì a sfuggire al servizio militare.
Retorica zemmorista
Le sue radici italiane e la sua infanzia nella città di Saint-Denis (Seine-Saint-Denis) occupano in definitiva solo una piccola parte dell'opera. L'eurodeputato non mette in discussione le contraddizioni tra le condizioni per una riuscita integrazione dei suoi genitori e nonni italiani – permesso di soggiorno, alloggio offerto dallo Stato, naturalizzazione – e il programma che difende alla guida della RN. Si sofferma sulle difficoltà della vita quotidiana nella sua città – che però non è una tagliagole –, ma riconosce anche le strutture di cui ha beneficiato per fuggire da questo ambiente: istruzione nell'ambiente cattolico privato, ambiente familiare protettivo.
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