l’essenziale
Jordan Bardella pubblica con Fayard “Quello che cerco”, il suo primo libro, che è un’autobiografia che mescola racconto della campagna elettorale, ricordi d’infanzia e considerazioni politiche. Dovrà essere oggetto di un’intensa campagna promozionale, in particolare sui media del gruppo Bolloré, proprietario anche della casa editrice.
Questo sabato 9 novembre esce “Quello che cerco”, il primo libro del presidente del Rally Nazionale, Giordano Bardella. Attesissima, l’autobiografia dovrebbe essere oggetto di un’intensa copertura mediatica. Ma quale messaggio trasmette l’eurodeputato di estrema destra nel suo libro?
Leggi anche:
Processo RN: Jordan Bardella avrebbe falsificato quasi 1.500 pagine di documenti per evitare il processo
“Questo libro non è né un saggio né un programma: è lo specchio della mia esistenza”, fin dalle prime pagine, Jordan Bardella getta le basi di quello che vuole essere il racconto della sua fulminea ascesa politica. Il testo mescola ricordi d’infanzia, considerazioni politiche e storie di campagne elettorali.
Leggi anche:
VIDEO. “Capisci il francese?” : forti tensioni tra Eric Ciotti e Patrick Cohen per il libro di Jordan Bardella
Liberazione parla di “un libro dallo stile così pessimo che si finisce per pensare che lo abbia scritto davvero da solo” e descrive l’autore come “un oggetto di marketing” che “non ha né un pensiero proprio né una profonda cultura politica”. Anche se il quotidiano definisce l’autobiografia “mortalmente noiosa”, concede un’informazione succosa: la nomina di Éric Ciotti al Ministero delle Forze Armate se la RN avesse vinto le elezioni legislative di luglio.
Dal libro di Bardella apprendiamo che in caso di vittoria alle elezioni legislative, Éric Ciotti avrebbe vinto il ministero delle Forze Armate, il che è un po’ buffo sapendo che era riuscito a sfuggire al servizio militare pic.twitter.com/4yXA08pA9z
— Nicolas Massol (@nicolasmassol1)
Va detto che la politica gioca un ruolo significativo nel lavoro. Da una citazione di Napoleone per illustrare il suo desiderio di “grandezza” a slogan espliciti come “affinché la Francia rimanga Francia” o “il nostro ardente desiderio di rimanere Francia”, il presidente della RN trasmette la sua immaginazione politica in tutto il libro.
La storia personale e le osservazioni politiche si fondono
La storia della sua infanzia a Seine-Saint-Denis è anche il pretesto per esprimere la sua opinione su un presunto declino della Francia. Con uno stile nostalgico caratteristico degli scritti di estrema destra, evoca “il mutuo aiuto e la solidarietà” che hanno fatto, in passato, di questi spazi un “paradiso” organizzato attorno “a una piccola piazza nel cuore della città (che) ospitava un grande fontana, come un alone di riposo e di tranquillità.”
Leggi anche:
VERO O FALSO. Chiesto dal RN, le pene minime riducono davvero la recidiva?
L’opera non è esente anche da pure osservazioni politiche, sempre in questa strana mescolanza di osservazioni personali e considerazioni generali. Ad esempio, si avvale di un’esperienza di volontariato degli anni 2010 per concludere, riguardo a “pakistani, afghani, africani occidentali”, che “era difficile conciliare universi culturali che sembravano così distanti”. Secondo lui l’integrazione dei suoi nonni è stata possibile solo perché lei era europea.
Leggi anche:
Un diario falso completato tre anni dopo: documenti falsi fabbricati da Jordan Bardella svelati nell’inchiesta sui posti di lavoro fittizi del RN
Spiega anche di prendere a modello la campagna vittoriosa di Nicolas Sarkozy nel 2007. Sostiene “l’idea di riunire i francesi della classe operaia e parte della borghesia conservatrice nello stesso spirito”, in un discorso vicino a “. l’“unione dei diritti” voluta da Éric Zemmour.
Un fenomeno mediatico e controverso
Dietro la pubblicazione di questa autobiografia, Lise Boëll, nuovo CEO di Fayard. Nel 2011, mentre lavorava per Albin Michel, ha curato la pubblicazione di “Il suicidio francese” di Éric Zemmour. Se il libro aveva suscitato polemiche, in particolare a causa delle sue osservazioni revisioniste sulla presunta azione del maresciallo Pétain a favore degli ebrei francesi, aveva venduto più di 500.000 copie. L’editore probabilmente vorrebbe che “Quello che cerco” avesse la stessa sorte, per questo ne sono state stampate già 90.000 copie. Secondo France Info, l’obiettivo fissato è di un minimo di 150.000 copie vendute.
Leggi anche:
Jordan Bardella nel Lot-et-Garonne: una contromanifestazione organizzata lo stesso giorno a Tonneins da un collettivo antirazzista
Del resto, il libro di Jordan Bardella ha già conosciuto la sua dose di controversie. Qualche mese fa, il giornalista Jean-François Achili è stato licenziato da Radio France per aver partecipato alla stesura del libro. Più recentemente, la SNCF è stata costretta a vietare la promozione di autobiografia nelle stazioni, secondo le regole dell’agenzia pubblicitaria del gruppo ferroviario. Una decisione che l’editore sta attualmente impugnando in tribunale.
Leggi anche:
Jordan Bardella: Fayard fa causa all’agenzia pubblicitaria SNCF dopo il suo rifiuto di esporre il libro del presidente della RN nelle sue stazioni
Vincent Bolloré, proprietario di Fayard, dovrebbe mettere il suo gruppo mediatico (JDD, Canal +, CNEWS, ecc.) al servizio di un’intensa promozione di “Quello che cerco”.
Leggi anche:
Jordan Bardella al Lot-et-Garonne: dietro le quinte della visita del presidente del Rally Nazionale a Tonneins
Sono già previste una quindicina di sessioni di firma, mentre diversi dirigenti di RN, tra cui Marine le Pen, continueranno a comparire davanti ai tribunali nel caso dei cosiddetti “assistenti parlamentari”. Questo tour di firma inizia questo fine settimana a Lot-et-Garonne.
Related News :