Con “Tombée du ciel”, Alice Develey fa un commovente tuffo nei colpi di scena dell’anoressia. Un romanzo potente e autobiografico su questa “malattia del vuoto” che distrugge l’adolescenza.
La selezione letteraria di Sara Lambot :
-“Caduto dal cielo” di Alice Develey | Éditions de l’Iconoclaste, agosto 2024
Internata in ospedale, Alice, 14 anni, scopre questo mondo fatto di camici bianchi e notti insonni. Tra queste mura dove subisce cure ripugnanti, incontra altre ragazze come lei e comincia a scrivere le loro piccole vite su un quaderno. Scrivere diventa un modo per resistere.
Noterai che Alice è sia il nome di battesimo del narratore che quello dell’autore: una coincidenza? Davvero, perché è una storia autobiografica.
In questo primo romanzo atipico, potente e commovente, Alice Develey solleva il velo sull’anoressia, questa “malattia del vuoto” che ha vissuto dall’interno.
Racconta la solitudine, l’incomprensione e l’imbarazzo della famiglia di fronte a questa malattia di cui non capiscono nulla, il reclusione, i legami fraterni tra i malati, ma anche l’invidia, la rivalità e tanti altri sentimenti ancora.
Bisogna leggerlo per cercare di intravedere questa sofferenza interiore che colpisce le ragazze adolescenti (perché sono spesso ragazze, donne) nel pieno della loro vita. Alleggerirsi fino a scomparire, desiderare soltanto di morire nell’età in cui la vita arde dentro di noi, nell’età in cui tutto dovrebbe cominciare: una realtà insopportabile ma che esiste, e sulla quale è interesse pubblico affrontare aprendo gli occhi .
L’autrice spiega che ha impiegato solo un mese per scrivere questo romanzo che la aspettava da sedici anni. Con “Tombée du ciel”, Alice Develey sa di suscitare indignazione ma anche identificazione. Una storia shock abbagliante, servita da una penna incandescente, da scoprire.
– “Possedere” di Alia Trabucco Zerán | Robert Laffont, agosto 2024 per la versione francese
Così si apre il romanzo: “Mi chiamo Estela, mi senti? Es-te-la Gar-cí-a”. Chi è questa Estela che con difficoltà cerca di far sentire la sua voce? Una voce che per la maggior parte del tempo viene messa a tacere. Una voce che fa parte dell’arredo. La voce di una persona invisibile, poiché è la collaboratrice domestica di una ricca famiglia di Santiago.
Una famiglia che, sotto l’impeccabile patina delle apparenze, nasconde una serie di segreti ma soprattutto una tragedia di cui apprendiamo presto il contenuto: la morte della figlia della coppia.
È attraverso la voce di Estela, una voce emarginata, che ha così poco peso, che il lettore scoprirà come è avvenuta la tragedia. Una voce potente, autentica, acida. Che ci porta alle radici del male e ci fa scoprire dietro le quinte: i colpi bassi e gli orrori di una società fratturata dai rapporti di dominio e di denaro, dove alcuni vivono all’ombra degli altri.
La crudeltà e il disprezzo che si tramandano come eredità, l’inevitabile e fatale schiavitù dei meno fortunati ai potenti, la società a due velocità, il corpo come strumento di lavoro e dietro di esso, la disumanizzazione.
Una storia difficile, se non impossibile, da mettere da parte una volta afferrata: mozzafiato, psicologica, angosciante, implacabile, “Proper” non ti lascerà indenne. Questa settimana ha ricevuto il Premio Fémina per il miglior romanzo straniero.
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