“Hors-champ” (Flashback), di Cristina Comencini, traduzione dall’italiano di Béatrice Robert-Boissier, Stock, 340 p., € 22,50, digitale € 16.
Quando ha parlato dei suoi Libri precedenti, Cristina Comencini non ha nascosto quanto essi dovessero alle vicende della sua storia personale. Come ha spiegato a “Il Mondo dei Libri”, Quattro amori (Stock, 2020) ha avuto una prima versione strettamente autobiografica, prima di essere riscritta in una forma romanzata che l’ha aiutata a prendere le distanze. Dopo essersi separata dal compagno cinquantenne, ebbe l’impressione di “per capire” cosa gli è successo inventando personaggi e situazioni.
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Scrittrice e regista, figlia del regista italiano Luigi Comencini (1916-2007) ha sempre avuto fiducia nella narrativa per illuminare la sua vita. Hors-campioneil suo nuovo romanzo, rimescola in parte le carte del gioco che si stabilisce, nel processo di creazione del romanzo, tra il biografico e il immaginario. Sulla base delle esperienze di“amnesia globale transitoria” cosa che spiega di aver fatto quattro volte nella sua vita, Cristina Comencini si interroga su che cosa “È” chi vive, parla e scrive deve ai momenti vissuti, “Pochi minuti sembra”durante questi episodi durante i quali “sappiamo di essere vivi, ma non sappiamo chi è vivo”. Che valore hanno questi racconti vissuti da un soggetto psichico la cui coscienza sembra conservare poche tracce? Da dove vengono queste vite che la mente dello scrittore ha concepito come di nascosto?
Madre, amica, figlia o amante
“Di solito pensiamo che la vita influenzi la letteraturascrive Comencini. E se fosse il contrario? » L’immagine vaga di a “Casseruola del XIX secoloe secolo “cosa conserva la scrittrice del suo primo episodio di transitoria amnesia globale, e di cui ora decide di scrivere la storia, è estranea alla necessità che sentì, qualche tempo dopo, di divorziare dal marito? “Non c’è nulla di autobiografico [dans cette histoire]ribadiscenon ero una civetta e nemmeno una ragazza che suo padre non riconoscesse. Secondo lei, “la domanda è piuttosto: in che misura il romanzo in corso di scrittura, attingendo a profondità a me sconosciute, modifica la mia vita, la sconvolge, la trasforma? “.
Trovando, per ciascuno dei quattro episodi di amnesia, una figura femminile di madre, amica, figlia o addirittura amante, Cristina Comencini viaggia con il lettore in quattro epoche, in quattro paesi, per comprendere la genealogia della sua femminilità. In Héloïse, la cortigiana la cui vita è sconvolta dalla Comune di Parigi, come in Sofia, che alleva i suoi figli durante la Rivoluzione d’Ottobre; con Elda, l’operaia friulana entrata nella Resistenza nell’inverno 1944-1945 o con Sheila, quando scopre la Swinging London degli anni Sessanta, la scrittrice esplora aspetti della sua personalità che le restano ancora oscuri. “Perché volevo disperatamente sposarmi e diventare madre così giovane? »si chiede ad esempio con Sofia, andando contro l’emancipazione a cui l’era post-maggio 68 sembrava invitarla. Se hanno il potere di pensare – nostro malgrado – le nostre contraddizioni, le finzioni hanno soprattutto l’effetto di rendere percepibili cosa sta succedendo «hors-champ»ci fa sentire Cristina Comencini. E questo, proprio nel momento in cui crediamo di essere un’attrice o un attore nella nostra vita.
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