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“Blackouts” (National Book Award 2024): Justin Torres torna con un romanzo che ripara una museruola

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Recensione di “La vita animale” di Justin Torres

La scena di questo secondo romanzo è un palazzo monumentale e spettrale all’interno del quale si è rifugiata una comunità queer. Lì il narratore trova Juan, che incontrò all’età di diciassette anni nell’ospedale psichiatrico dove entrambi furono internati. Molto più vecchio, Juan è ormai in punto di morte. Si sviluppa una lunga conversazione tra i due uomini, che possono contare sulla loro sincera amicizia tanto quanto sono onesti l’uno con l’altro.

Documenti sparsi

Poiché sa che la sua fine è vicina, Juan estorce al narratore, di cui non si conosce l’identità, una promessa: quella di continuare le ricerche iniziate su Jan Gay, il cui vero nome è Helen Reitman (1902-1960), autodidatta Antropologa che fu una delle prime a interessarsi alle lesbiche e ai gay nell’America degli anni ’30, in un’epoca che considerava l’omosessualità una malattia, il suo pionieristico lavoro di documentazione, per quanto serio e di grande importanza, fu screditato prima di essere accuratamente messo da parte. . Juan, che un tempo conosceva Jan Gay e Zhenya, sua moglie, invia all’uomo che soprannomina affettuosamente nene un fascicolo pieno di documenti sparsi, ritagli di carta, ritagli di giornale, foto, appunti, nonché i due volumi di Sex Variants: A Study of Homosessuale Patterns, uno studio iniziato a New York nel 1935 le cui pagine sono felicemente cancellate.

inganno

Non è questo, in definitiva, il mistero? I tuoi buchi neri, queste cancellature? Frustrazione come arte?

È a questa realtà, magnetica e misteriosa, cancellata sotto crude linee nere, che Justin Torres intende restituire legittimità e dignità. Il suo testo intreccia archivi e ricordi inventati, ma anche foto e montaggi, che conferiscono a questo romanzo l’aspetto di un’opera d’arte.

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Senza che si sappia davvero se si tratti di ritardare la morte (pensiamo a Scheherazade) o di raccontarsi l’essenziale prima che sia troppo tardi, i due uomini si scambiano storie e spaccati di vita in un clima pacifico e complice. Costruito con grande senso poetico, Blackouts rende omaggio alla sofferenza, alle speranze e al desiderio di un popolo perseguitato. Tra ciò che viene taciuto, nascosto e i fatti esisteva uno spazio per il romanziere. E per il lettore che lo segue, al quale Justin Torres (classe 1980) riesce a trasmettere una sensazione di pienezza e di rara realizzazione.

⇒ Justin Torres | Blackout | Romanzo | tradotto dall’inglese (Stati Uniti) da Laetitia Devaux | L’Oliviero | 325 pagine, € 25,50

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