Estratto dal questionario RTS “diversity checklist”. Immagine: KEYSTONE/montaggio Watson
In seguito alla pubblicazione del libro di Jonas Follonier “La diffusione del wokismo in Svizzera”, la RTS annuncia il ritiro parziale di un controverso questionario.
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Jonas Follonier lo vede come un “effetto” del suo saggio La diffusione del Wokismo in Svizzerache è stato appena pubblicato da Slatkine. Per promuovere il suo libro, l’autore ha partecipato lunedì alla registrazione dello spettacolo “Le poinG” di Laetitia Guinand che sarà trasmesso mercoledì 9 ottobre alle 20 sul canale Léman Bleu con il titolo: “Svizzera: benvenuto in Wokistan? » Sul set era presente, tra gli altri ospiti, anche il direttore del dipartimento strategia e programmazione RTS, Thierry Zweifel.
Nel suo saggio, Jonas Follonier, giornalista di L’Agefi e caporedattore della rivista Lo sguardo liberodenuncia un caso di “wokismo” alla RTS. Si tratta di una “lista di controllo della diversità” allegata a un “Patto sulle condizioni per la concessione di finanziamenti da parte della SSR (ndr: la direzione centrale della radiodiffusione pubblica svizzera) sia per le produzioni di fantasia che per quelle non di fantasia”.
Chiaramente, chiunque voglia ottenere un finanziamento dalla SSR per la produzione di un’opera, di finzione o meno, è invitato a compilare un questionario che fornisca informazioni anche sulla “diversità” delle persone che appariranno sullo schermo all’interno della troupe cinematografica.
Ecco quanto richiesto:
“Il cuore della storia tocca uno dei seguenti argomenti? Se sì, seleziona un massimo di 3 argomenti, vale a dire quelli più importanti
Le caselle proposte per la verifica includono le seguenti: “Ruoli di genere”, “Colore della pelle/persone razzializzate”, “Vita con salute o integrità fisica compromessa”, “Orientamento e/o identità sessuale”, “Migrazione”, “Vita multigenerazionale”. insieme”, “La diversità di genere è rappresentata?”, “La distribuzione include persone provenienti da gruppi di popolazione che tendono ad essere sottorappresentati nella popolazione [domaine du] film?”, vale a dire: “persone razzializzate, persone non eterosessuali, colpite dalla loro salute o dal loro aspetto fisico, provenienti da un contesto economico svantaggiato, con un’esperienza migratoria o di altro tipo”.
Per quanto riguarda la troupe cinematografica, le domande sono:
“La diversità di genere è rappresentata nel team? Il team include persone provenienti da gruppi di popolazione sottorappresentati?
“Esistono offerte speciali per incoraggiare i dipendenti provenienti da gruppi di popolazione sottorappresentati (ndr: gli stessi gruppi delle persone che appaiono sullo schermo) a unirsi al team?”, “ Vengono offerte opportunità ai dipendenti per conciliare vita professionale e privata durante il periodo di produzione?
La terza parte del questionario riguarda il genere. I “membri principali della squadra” (produzione, regia, sceneggiatura, direzione di produzione, animazione, ecc.) sono invitati a definirsi, a piacere, come:
“donna”, uomo”, “varie”, “ancora aperto”, “nessuna indicazione”
La RTS rimuove la “checklist a monte”
In “Le fistG”, che andrà in onda mercoledì sera, Thierry Zweifel, direttore del dipartimento Strategia e Programmazione della RTS, interrogato sulla “lista di controllo della diversità”, afferma di aver ascoltato le “critiche”, tra cui quella di Jonas Follonier nel suo saggio. In futuro, la “lista di controllo della diversità” verrà utilizzata una volta completate le produzioni di narrativa o saggistica e non prima. L’oggetto del contendere diventerà uno “strumento statistico” a posteriori e non più uno strumento applicato a priori.
Secondo Thierry Zweifel, sempre su “Le poinG”, la “lista di controllo della diversità”, “utilizzata per un certo periodo dalla SRF”, la radio e la televisione di lingua tedesca, “non ha mai ostacolato la scelta di un progetto” presso la RTS, che lo utilizzava “principalmente per fini statistici”.
Le cose ora sono in linea di principio più chiare. Resta da vedere se il questionario rimarrà uno, da compilare da parte delle persone che hanno preso parte a un film, o se si tratterà di report osservativi basati sulle opere prodotte, in modo da garantire in generale il rispetto di “inclusione e diversità”, valori cari alla RTS, come ricorda Thierry Zweifel in “Le poinG”.
“Definizione di Wokismo”
Detto questo, cos’è il wokismo, un termine che elettrizza? Per alcuni i risvegli sono dei liberatori, per altri sono poliziotti travestiti da liberatori. Nel suo saggio che vuole essere una critica a un’ideologia dalla dimensione “totalitaria”, Jonas Follonier ne dà una definizione in tre punti, con l’aiuto del professore di filosofia all’Università di Neuchâtel Olivier Massin, che ne firma la prefazione.
Secondo loro, il Wokismo è una “ideologia politica che sostiene le seguenti tre tesi”:
- “Le nostre democrazie liberali sono strutturate attorno a relazioni di oppressione pervasive e nascoste”.
- “Queste relazioni di oppressione si combinano per costruire identità sociali basate sulla razza, sull’orientamento sessuale, sul genere, sulla disabilità, ecc.”
- “Le persone oppresse hanno un accesso privilegiato, attraverso la loro esperienza vissuta, a queste relazioni di oppressione”.
Il libro di Jonas Follonier è pieno di esempi di “wokismo” tratti da casi francofoni, nelle università, nelle scuole, nei media statali e nella cultura. Spetta a ciascuno formarsi la propria opinione su queste domande.
Paura dell’iniziativa «200 franchi bastano»?
Il ritiro della “checklist della diversità” da parte della RTS, prima della produzione, riflette sicuramente una forma di esasperazione di fronte a processi che potrebbero limitare la libertà creativa. Il provvedimento adottato forse indica anche la paura della RTS, e quindi della SSR, alla vigilia dell’iniziativa popolare “200 franchi bastano” relativo alla tassa, su cui il popolo voterà normalmente nel 2026.
2024, 215 pagine.immagine: dott
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