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tra la pioggia e il sole, l’umanità

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Deforestazione dell’Amazzonia, 2024. EVARISTO SA/AFP

“Le Metamorfosi della Terra. Umanità e natura. Una nuova storia del mondo” (La terra trasformata. An Untold History), di Peter Frankopan, traduzione dall’inglese di Patrick Hersant e Sylvie Kleiman-Lafon, Tallandier, 992 p., € 31,90, digitale € 23.

Le Metamorfosi della Terradi Peter Frankopan, è un libro di sfrenata ambizione. Il medievalista, bizantinista e docente di storia globale a Oxford intende nientemeno che ripercorrere il modo in cui l’ambiente ha plasmato le società umane sin dalla loro comparsa e come queste ultime l’hanno trasformata fino a raggiungere, oggi, un punto di non ritorno.

Ritroviamo in questo affresco di quasi mille pagine ciò che aveva decretato lo strepitoso successo dell’ Vie della seta (Nevicata, 2017), dove ha trasferito quello che ha chiamato “il cuore del mondo” dal Mediterraneo e dall’Europa verso l’Asia, tra il Mar Nero e l’Himalaya. Pertanto, la storia del clima globale che Peter Frankopan implementa qui non dimentica in nessun momento le regioni che dovrebbero soffrire più duramente le conseguenze di una rivoluzione industriale nata in Occidente: Africa, Medio Oriente, Asia o America Latina.

Ma lo storico amplia soprattutto il suo spettro cronologico, poiché la storia non inizia con l’Antichità, ma 4,5 miliardi di anni fa, quando si formò il nostro pianeta, invitando il lettore a un cambiamento radicale: l’umanità rappresenta, su questa scala, solo un batter d’occhio a eye e il suo successo sono stati, fin dall’inizio, condizionati dal ciclo pericoloso e incontrollabile dei disastri e del cambiamento climatico. Attingendo da tutti gli angoli (fonti archeologiche e scritte, studi di biologia o climatologia), Peter Frankopan intende riarticolare i dati climatici e la storia dell’umanità. In questo processo, inventa una nuova forma di materialismo storico, in cui la forza trainante della storia non è più l’evoluzione dei mezzi di produzione, come per Marx ed Engels, ma il cambiamento climatico.

Anni di buoni raccolti

Il libro è ricco di aneddoti ed esempi concreti, come l’invenzione decisiva dell’agricoltura che, se non era indubbiamente impensabile prima dell’Olocene, avvenne grazie ad una stabilizzazione meteorologica avvenuta all’inizio di quest’era, diecimila anni fa. I primi trecento anni di espansione dell’Impero Romano, a loro volta, avrebbero beneficiato di livelli eccezionalmente bassi di attività vulcanica, pochi eventi meteorologici estremi e modelli climatici prevedibili.

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