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Il libro del giorno. “Day of surf” di Maylis de Kerangal: la compagnia degli spettri

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“Giornata di surf”. Da Maylis di Kerangal. Verticali. 242 pagine. €21.

È bastato un biglietto del cinema con su scritto il suo numero di telefono per riportarla nella sua città natale, che aveva lasciato secoli fa. Questo sottile indizio trovato sul corpo di un uomo abbandonato su una spiaggia di Le Havre ha portato gli investigatori a convocarla. Chi è quest’uomo? Perché aveva scritto il suo numero?

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Il romanzo di Maylis de Kerangal si apre con uno di quei MacGuffin che Hitchcok amava, seminando elementi pretestuali all’inizio dei suoi film. Così, in “Jour de resac”, la ricerca dell’identità del defunto scivola gradualmente in secondo piano per lasciare il posto a Le Havre e alle suggestioni del passato che la città suscita nel narratore durante questo unico giorno.

Autopsia di una città

Quando ha risposto alla convocazione della polizia, non si aspettava un viaggio del genere. Per molto tempo, la sua vita parigina è stata scritta lontano dalle coste della Normandia. Doppiatrice cinematografica, sposata con un tipografo e madre di una figlia adolescente, la protagonista della storia è colta in un momento della sua esistenza in cui si avvicina a lidi sconosciuti. I dubbi della mezza età si sovrappongono, il suo lavoro indebolito dall’entrata in gioco dell’Intelligenza Artificiale e i ricordi che riaffiorano non appena ritorna nell’ambientazione della sua giovinezza.

Il tour de force di Maylis de Kerangal nasce dal perfetto adattamento di queste diverse linee dell’orizzonte. I fantasmi della città distrutta dai bombardamenti alleati nel settembre 1944, il misterioso morto sulla spiaggia, la sagoma sfocata di Craven, il suo primo amore, i migranti inghiottiti dalla Manica e quelli scacciati dall’Ucraina in guerra rispondono in eco. .

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Tutto ciò ha senso, contribuisce a delineare il ritratto unico della città portuale con i suoi bacini, le sue banchine, le sue gigantesche navi portacontainer la cui dimensione è definita in base al numero di box trasportati. Le Havre, città grafica con la sua “cinematografia prodigiosa”, la sua estetica portuale industriale, il suo quartiere Perret e le sue gamme di grigio, “un grigio magico”, disegna un paesaggio sensoriale di cui il romanziere coglie ogni sfumatura. Ricamata con questa precisione tecnica cara al romanziere di “La nascita di un ponte”, la storia, per quanto tormentata possa essere, resta ancorata alla realtà, sia che si tratti delle pagine allucinanti sulla “città in terra” del 1944 o dei riti del battesimo di una stella del pilota.

Finto romanzo noir, vero romanzo d’atmosfera attraversato da un enigma, “Jour de resac” deposita sulle rive di Le Havre la preziosa monetina dei ricordi.

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