Maia Hruska, l'equazione di Kafka – Libération
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Maia Hruska, l'equazione di Kafka – Libération

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Nel suo saggio “Dieci versioni di Kafka”, l’autrice, nata in una famiglia franco-ceca, fa appello ai primi traduttori di Kafka, tra cui Jorge Luis Borges, Paul Celan, Primo Levi e Bruno Schulz.

Dieci versioni di Kafka è un saggio su Kafka tramite i suoi primi traduttori, dove la personalità dell’autore ha un gran diritto di essere citata – e di citare, perché i riferimenti coltivati ​​punteggiano il testo senza appesantirlo –, essendo la traduzione in quanto tale anche un argomento del libro. Questi traduttori sono esseri tanto prestigiosi e diversi quanto l’argentino Jorge Luis Borges (che “dedicò a Franz Kafka più di diciotto traduzioni e non meno di cinquanta prefazioni, prologhi, articoli e conferenze” e si è goduto tanto del “labirinto” che Kafka ne soffriva), il rumeno Paul Celan (che scrisse “Solo nella lingua madre si può dire la verità. In una lingua straniera, il poeta mente…” e tradusse Kafka “al suo ritorno dai campi”)Primo Levi (che in realtà fu solo il terzo traduttore in Italia e dichiarò “Le mie difese sono crollate mentre lo traducevo” e si suicidò nel 1987, “come se la traduzione avesse abbattuto i muri che Levi aveva eretto tra Torino e Auschwitz”), il polacco Bruno Schulz (la cui opera, come quella di Kafka, divenne postuma un problema legale per quanto riguarda il paese a cui apparteneva), il francese Alexandre Vialatte (che scrisse, in vista di questo

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