Alla grande libreria Saint-Paul, la più grande di Avenue de la Conciliazione, che conduce alla basilica di San Pietro, sacerdoti, turisti, studenti di teologia, vescovi e cardinali vengono ogni giorno a cercare libri di spiritualità o di patristica. Le persone accorrono qui per studiare, leggere la Bibbia o approfondire la loro vita spirituale. E passeggiamo tra i tavoli dove sono stati sapientemente allineati uno accanto all’altro i libri scelti e consigliati dai librai.
Tra questa scelta di librai, le opere che oggi attirano l’attenzione sono firmate da un sacerdote sloveno, padre Marko Rupnik, mosaicista di fama internazionale. Questo gesuita, accusato di stupro di suore, e al centro di un clamoroso scandalo, è stato bandito a fine febbraio da ogni “pubblico ministero”. E i libri in evidenza nella libreria Saint-Paul trattano argomenti come “esame di coscienza”, “discernimento”O “Iniziazione alla vita spirituale”. Temi che lasciano a dir poco meravigliati, quando si sa che l’autore dei libri è accusato di violenza sessuale o molestie da 24 persone.
“Non si rendono conto” disse un gesuita romano, lui stesso scandalizzato dopo aver visto i libri in mostra. La vicenda Rupnik, infatti, continua, in Vaticano, ad essere largamente relativizzata da alcuni, per la difficoltà di cogliere il fenomeno dell’influenza, in particolare sugli adulti. Il sacerdote sloveno ha anche concelebrato una messa domenica 5 marzo alla presenza dei fedeli, in una chiesa romana. E questo nonostante l’obbligo imposto dalla Compagnia di Gesù di cessare “tutta l’attività pubblica ministeriale e sacramentale”. E con impunità.
