LIBRO. Con “L’oro maledetto”, Mireille Calmel ci immerge nel cuore del paese cataro nel suo nuovo thriller medievale

LIBRO. Con “L’oro maledetto”, Mireille Calmel ci immerge nel cuore del paese cataro nel suo nuovo thriller medievale
LIBRO. Con “L’oro maledetto”, Mireille Calmel ci immerge nel cuore del paese cataro nel suo nuovo thriller medievale
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Tesoro nascosto, segreti dei Templari, lotta tra l’Inquisizione e l’eresia catara, lotta tra due donne, Mireille Calmel ci catapulta nel XIV secolo a Haut Razès, a due passi dalla città di Carcasonne. Un nuovo emozionante thriller dalla regina della narrativa storica.

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Aprile 1313. Carcassonne. Arrestata dall’Inquisizione al posto della sorella Cassiana, Margaux De Dente cade nella diabolica trappola tesa dal Templare Ombra. Il futuro della giovane castellana? Il paletto. A Margaux restano quindi solo dodici giorni per vivere e dodici giorni per salvarla per coloro che la amano.

Sono già passati sei anni da quando i Templari furono arrestati in massa dal re francese Filippo il Bello. L’Ordine fu sciolto ma nessuno sa dove fosse nascosto il famoso tesoro. Il re ordina a Guillaume de Nogaret, custode del sigillo reale, in un certo senso il secondo personaggio dello Stato, di tornare a Carcassonne per ritrovare finalmente l’oro perduto dei Templari.

Una mano mozzata ritrovata su un mucchio di monete d’oro, un lupo bianco che si aggira nella notte, fuochi in cima alle antiche torri catare, una storia d’amore, di vendetta, una caccia cruenta, un complotto, Mireille Calmel ci propone ancora una volta un thriller avvincente con questo conto alla rovescia infernale nella valle del Razès, a due passi dalla città di Carcasonne.

Nel 2023, Mireille Calmel ha offerto i due volumi di Templare dell’Ombra in cui già appariva la giovane castellana Margaux. L’autore non immaginava un seguito eppure…

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Copertina del libro “L’or maudit” di Mireille Calmel.

© Edizioni XO

I due volumi di Il lupo cataro (2020) si stavano già svolgendo a Lastours, quindi torni nella regione con Maledetto oro. Carcassonne e i suoi dintorni ti ispirano?

Carcassonne è una città che amo e nella quale ho camminato molto spesso. La famiglia di mio padre era di Saint-Nazaire-de-Ladarez, quindi non è molto lontana, e poi anche mia sorella ha vissuto per anni a Castres, e quindi Carcassonne era quasi una strada obbligata, ma obbligata per piacere. È una città affascinante, questo specchio aperto sul passato, lì il tempo si ferma.

Ed è vero che sono stato accolto meravigliosamente dalle persone dell’ufficio turistico e anche del Museo dell’Inquisizione. Mi hanno offerto ulteriori spunti a cui non necessariamente avrei pensato e che hanno arricchito ulteriormente, se possibile, la mia conoscenza del luogo.

Margaux de Dente, la giovane castellana appare nei due volumi di “Templare dell’Ombra“Non doveva esserci un seguito ma penso che un incontro abbia cambiato tutto?

Onestamente pensavo di aver finito con questa serie e con questo personaggio, e poi un lettore mi ha riportato indietro. Aveva ereditato una villa in cui c’erano gli archivi. Lesse entrambi i volumi del Templare dell’Ombra e si disse: “ Ma Margaux di Dante, questo per me significa qualcosa, quel nome mi parla “. Alla fine, la memoria la riportò nella sua soffitta, dove trovò un atto a favore di Margaux de Dante.

E di conseguenza, le ragioni addotte per questo acquisto erano così particolari che lei mi ha contattato ed è ciò che mi ha portato a scrivere questi due volumi di “L’oro maledetto” che seguì.

Hai un modo di scrivere molto specifico. Dici di convivere con fenomeni paranormali. Puoi spiegarcelo?

Inizia con un sogno che, in fondo, sembra normale. Solo che è come se fossi in un cinema, seduto al mio posto, e poi vedo un film accadere davanti a me. Non sono presente nel sogno.

È come se fossi in un cinema seduto al mio posto e poi vedessi un film proiettato davanti a me.

Sono davvero uno spettatore. D’altra parte, provo assolutamente tutte le emozioni. Direi anche sofferenza fisica quando ce n’è. È uno stato molto speciale. Invece quando mi sveglio il sogno si ferma, perché va tutto bene. Ma quando torno a dormire, ricomincia, proprio come se avessi premuto il pulsante Pausa su un dispositivo.

Soprattutto può durare giorni, settimane, mesi, finché non ho davvero nomi, date, luoghi, e allora sono quasi costretto, perché diventa insopportabile, a cominciare la mia ricerca. Corrisponde, se vogliamo, all’incirca ai primi 4-5 capitoli. Raramente ho più di venti o trenta pagine su cui iniziare a lavorare.

Ma basta scavare, curiosare, avere davvero dettagli sufficientemente precisi, contattare gli storici, sapere dove cercare negli archivi, lanciare appelli anche talvolta sui social network ai lettori che sono in contatto con gli stessi storici locali. Mi permette, voglio dire, di avviare la rete. E da lì, per trovare la parte successiva e lasciarmi trasportare quando scrivo.

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