Nel suo rapporto finale dedicato ai flussi di prodotti grafici in Francia, l’Agenzia per la transizione ecologica riserva una piccola parte del suo esame al settore del libro. Per segnalare i movimenti all’interno di quest’ultima, l’agenzia si è basata sui dati forniti dall’Unione nazionale dell’editoria, coerenti con quelli forniti dai servizi doganali.
In premessa, l’ADEME sottolinea le specificità del mercato del libro e della produzione libraria in Francia, rilevando ad esempio “divario molto significativo tra il numero di Libri prodotti dagli editori e il numero di libri venduti sul mercato francese».
In un mercato basato su una logica di offerta (ogni anno vengono immessi sul mercato un gran numero di titoli, 36.819 nel 2023 secondo la SNE), un certo numero di riferimenti non incontra il proprio pubblico, o non in proporzioni ideali.
Queste referenze invendute non vengono però sistematicamente rimosse dal mercato: “[L]La differenza tra produzione e vendita di libri aumenta le scorte dei distributori pagati dalle case editrici per conservare i libri per periodi che possono superare il decennio», ricorda ADEME. Secondo la SNE attualmente sono disponibili in magazzino più di un miliardo di copie.
Una parte di queste opere restituite viene tuttavia distrutta: secondo la SNE, nel periodo 2021-2022 è stato quindi distrutto il 13% del volume dei libri del flusso “Go”. Che rappresentavano, sempre in questo periodo, 25.000 tonnellate di libri sulle 36.900 tonnellate di libri invenduti, ovvero il 67% delle opere restituite… Nel 2023 sarebbero state sgusciate 25.000 tonnellate di libri, ovvero il 60% dell’insieme , ovvero 41.000 tonnellate di libri restituiti.
Niente più libri invenduti
ADEME, sulla base dei dati SNE, rileva un aumento del tasso di beni invenduti nel 2023, stimato al 22%, quando era sceso al 19,3% nel periodo 2021-2022. L’agenzia precisa però che “secondo la SNE, il tasso di rendimento dai punti vendita ai grossisti ammontava effettivamente a circa il 21% della produzione annua, ma è parzialmente compensato dalle vendite dalle scorte».
La questione dei libri invenduti è al centro di molteplici discussioni avviate dal settore del libro, in particolare da editori e librai. Questi ultimi segnalano una produzione eccessivamente densa di nuovi prodotti e richiedono riduzioni dei ritmi di produzione, evocando “sovrapproduzione che danneggia la diversità», come sottolinea Anne Martelle, presidente dell’Unione francese delle librerie, sulle nostre colonne.
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Per quanto riguarda gli editori, lo stesso problema si trova ad affrontare le strutture indipendenti, poiché la grande produzione di nuove uscite rende loro difficile trovare posto nelle librerie. Le strutture più grandi, in particolare quelle integrate in gruppi industriali, fanno sì che i ritmi di pubblicazione siano stati notevolmente rallentati…
Un quadro generale lo conferma: nel 2023 la produzione degli editori francesi è diminuita, con 36.819 novità (-5% rispetto al 2022) e 457 milioni di copie prodotte nell’anno, tra novità e ristampe. Tuttavia, questo leggero calo della produzione rimarrebbe insufficiente a garantire la buona salute della catena del libro, sottolineano molti operatori.
Per ridurre il tasso di libri invenduti, l’Unione nazionale dell’editoria sta lavorando a uno strumento, Filéas (per i librai, gli editori, gli autori), che permetterebbe di monitorare meglio le vendite di libri e quindi di adeguare la produzione e la diffusione. La sua disponibilità dovrebbe avvenire nel 2025.
Libri più spessi
L’ADEME segnala una produzione in calo, con 456,3 milioni di copie prodotte nel 2023, cifra che la SNE aveva arrotondato a 457 milioni nel suo rapporto, rispetto a 536 milioni di copie nel 2022. Dettaglio divertente, il peso medio in grammi dei libri prodotti aumenta, da Da 384 g a 408 g nel 2023. Dalle macchine da stampa escono quindi meno libri ma sarebbero più spessi…
ADEME rileva una particolarità del settore, il “saldo negativo molto elevato del commercio estero“, che spiega l’agenzia”case editrici che fanno molto affidamento su tipografie situate fuori dai confini».
In calo anche nel 2023, del -2%, il tonnellaggio di carta utilizzata dal settore, a 195.300 tonnellate. Si tratta del primo calo osservato dall’anno della pandemia, nel 2020 (-10,9% in questo periodo eccezionale), e questo livello non si vedeva da più di un decennio. Per fare un confronto, nel 2011, il tonnellaggio annuo implementato ammontava a 279.000 tonnellate.
Lo studio completo è accessibile a questo indirizzo.
Fotografia: Magazzino Interforum (Editis), sito Tigery (illustrazione, ActuaLitté, CC BY SA 2.0)
Di Antoine Oury
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