Il giorno dopo le elezioni del 5 novembre, un amico al quale ho offerto il mio commento editoriale ha risposto che, eccezionalmente, non era dell’umore giusto per una cosa del genere. Stava assorbendo lo shock della notizia, quella della diagnosi ricevuta da un suo amico, padre di giovani adulti, la vigilia di Natale.
“Mette molte cose in prospettiva. » La diagnosi in questione mi ha fatto pensare a Julie Gravel-Richard che, dopo aver saputo di avere un tumore al cervello, ha lanciato un blog, divenuto nel 2012 un libro, entrambi intitolati Sole in alto. Voleva condividere con noi la sua storia.
« Sono infelice nel rendere infelice mia madre. E non posso farci niente. Non posso cancellare il suo dolore. Sono impotente. Non riesco nemmeno a consolarla. Questa è la dualità dell’amore. Soffriamo quando l’altro soffre. Perché abbiamo investito nel nostro amore. L’altro è diventato prezioso. Mia madre ha investito tutto il suo amore nei suoi figli, come io investo il mio amore nei miei. E la sofferenza di coloro che amiamo è terribile. Quello che posso fare è combattere1. »
Da più di vent’anni, Julie porta avanti questo atto di resistenza di fronte alla malattia con un coraggio silenzioso e una grazia che suscita ammirazione. Conoscevo Julie al college, quasi quarant’anni fa. Da quanto ricordo, aveva sempre un libro – non sto parlando di quelli in programma – sull’angolo della scrivania. Nel nostro annuario ho firmato il suo profilo “questa ragazza che prende ciò che la vita è disposta a offrirle e che sfrutta appieno il tempo presente”. Lei, che ha scritto il mio, ha chiesto “diventerai amministratore o scrittore?” “. Leggeva Dostoevskij, indossava sempre gli stivali Dr. Martens e si tingeva regolarmente i capelli in modo vistoso. Julie incarnava una libertà che non fu mia se non molto tempo dopo. In un branco di adolescenti, l’amicizia che mi ha dato una ragazza così bella è stata un po’ uno scudo per me, un ragazzo come nessun altro.
Il 6 novembre ho scritto a Julie per avere sue notizie e, se ne avevo voglia, per permettermi di darle ad altri, nel mio editoriale di dicembre, in vista del Natale.
Volevo anche sapere cosa significano ancora i libri per lei: “Tutto. Leggere è ciò che mi tiene in vita. E se non riuscirò più a leggere, penso che prenderemo un’altra strada…”
Rilegge una volta all’anno Angoscia e incanto di Gabrielle Roy, il libro più bello della sua vita e che racconta come è “nata” l’autrice. “Tutto il fascino è lì. » La montagna segretauno dei romanzi più personali di Gabrielle Roy, la affascina ancora. La storia di questo pittore alla ricerca di una montagna nell’estremo nord canadese è una ricerca artistica e spirituale in cui la montagna diventa per lui un simbolo della perfetta bellezza che cerca di rappresentare nella sua arte.
Il libraio Éric Simard, in qualità di editore, ha pubblicato il romanzo Enteo di Julie pubblicato da Hamac nel 2008. E lo rifarebbe domani mattina se fosse possibile.
A volte, l’arte si evolve tra finzione e realtà, grazie alla forza di una narrazione imposta come in La mia fine del mondo di Simon Roy, che affronta la malattia, un glioma allo stadio 4 situato nel cervello. A Julie è piaciuto molto, come alla sua amica, la libraia Marie-Hélène Vaugeois: “Tra le paure causate dalle bufale e la riflessione sulla morte imminente dell’autore c’è una riflessione sulla vita, nella sua oscurità e nella sua luce. » Simon Roy, che ha anche firmato La mia vita rossa Kubrickci ha lasciato nell’ottobre 2022.
Simon insegnava al CEGEP, come Julie. L’elenco dei must-have di Julie include Ama, insegna di Yvon Rivard: “Sì, lo so, è un libro che racchiude molte cose, compreso il capitolo finale “La lezione di Ann Taylor”, il cui segreto è che lei scompare nella luce che rivela. »
Julie non ha finito con la luce. Conclude così la sua breve lista: “E poi, la serie Harry Potterquesto universo che, lo ammetto, illumina ancora tante cose! »
In questo periodo dell’anno in cui a volte siamo alla ricerca di un significato attraverso le festività che sono alle porte, prescrizioni letterarie2 di Julie serve a ricordarci che la vita, come un buon libro, merita di essere letta fino alla fine. Con speranza e dignità.
Questa sera ho la tenerezza nell’anima
Tenero tenero, dolce dolce
Intreccia con te questo legame e questa delicatezza
Voi amici miei ieri e oggi
Questa amicizia nella continuità
Una parola, uno sguardo, un silenzio, un sorriso, una lettera
François, Allen, Claire, Patrick, Kim, Rolland e Jean-Louis
E tutti gli altri che non posso nominare
Sei il mio rifugio nelle sere di angoscia
La goccia d’acqua che fa scaturire la fonte, la mia luce3
Foto: © David Cannon
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1. Sole in altoJulie Gravel-Richard, Hamac, 2012.
2. Il concetto di prescrizioni letterarie è stato proposto dall’Association des libaires du Québec.
3. Canzone L’anima con tenerezzaPauline Julien e François Dompierre.