sulla jihad, sull'omofobia, abiti obbligatori per le ragazze… Il liceo Al-Kindi in subbuglio

sulla jihad, sull'omofobia, abiti obbligatori per le ragazze… Il liceo Al-Kindi in subbuglio
Libri sulla jihad, sull'omofobia, abiti obbligatori per le ragazze… Il liceo Al-Kindi in subbuglio
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A Décines-Charpieu, il liceo privato musulmano Al-Kindi si trova ad affrontare una procedura amministrativa che potrebbe portare alla risoluzione dei suoi contratti di associazione con lo Stato.

Un rapporto ispettivo, i cui dettagli sono stati riportati da una fonte vicina alla vicenda, evidenzia fatti gravi, che vanno dagli insuccessi educativi alle violazioni dei valori della Repubblica.

Le ispezioni rilevano infatti confusione tra status contrattuale e status non contrattuale. Le risorse finanziarie assegnate in contratto al dirigente sarebbero state utilizzate per attività esterne al contratto. Allo stesso modo, gli insegnanti pagati per il loro lavoro con contratto sarebbero stati assunti anche per orari non coperti da questo sistema.

Gli obblighi formativi, come gli orari regolamentari di alcune materie, non verrebbero rispettati, il che costituisce anche una violazione delle regole imposte dallo Stato.

che sostengono la jihad violenta

Ancora più preoccupante, i lavori disponibili nell’istituto, in particolare presso il Centro di documentazione e informazione (CDI), giustificherebbero la jihad violenta, sosterrebbero la violenza contro le persone omosessuali e trasmetterebbero una visione retrograda del ruolo delle donne. Alcuni libri raccontano anche i doveri delle donne nei confronti dei mariti nella religione musulmana, in contraddizione con i principi di uguaglianza.

Il regolamento interno dell'istituto prevede inoltre che le ragazze debbano indossare abiti specifici – abiti larghi e lunghi, divieto di trucco, piercing o indumenti attillati – senza alcuna menzione simile per i ragazzi. Un insegnante incaricato della materia “cultura dell'Islam” sarebbe attivo su un canale YouTube dove sostiene gli imam condannati o espulsi per aver sostenuto il terrorismo, trasmettendo discorsi contrari ai valori repubblicani.

Sono questi gli elementi che hanno indotto la prefettura del Rodano ad avviare un procedimento in contraddittorio. Un incontro davanti al comitato di consultazione accademica, previsto per il 12 dicembre, dovrebbe consentire alla direzione dell'istituto di spiegare questi fatti.

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