Questo articolo è tratto dal mensile Sciences et Avenir n°934, datato dicembre 2024.
“Che la bellezza del cielo si presti all'elevazione, all'ammirazione, perfino al sogno, chi lo negherebbe?scrive Pascal Dethurens, l'autore del bellissimo libro Stelle. Ciò che l'arte deve al cosmospecialista in letterature comparate presso l'Università di Strasburgo. E in effetti il cosmo è stato fonte di ispirazione per molti studiosi e artisti dall’antichità ai giorni nostri.
Tra il 170 e il 120 a.C. l'astronomo greco Ipparco produsse il primo catalogo conosciuto di stelle, associandole a coordinate numeriche. Durante il Rinascimento le costellazioni venivano rappresentate su favolosi globi celesti come l'imponente globo Coronelli, con i suoi 4 metri di diametro e un peso di 2 tonnellate!
Divinizzato nell'antichità, il Sole viene gradualmente associato al potere temporale
Il percorso dell'opera è poi suddiviso per tipologia di astro: il Sole, la Luna, i pianeti e gli eventi celesti, come comete o eclissi, ispirano statue greco-romane, bassorilievi, dipinti e altri affreschi monumentali… Divinizzato nell’Antichità, il Sole viene progressivamente associato al potere temporale, fino a incarnare nel XVII secolo Luigi XIV, il “Re Sole”.
Dopo le scoperte scientifiche di Copernico, Galileo e Keplero nel Rinascimento, la stella diurna conservò il suo posto centrale come regolatore della natura, luogo già illustrato dalle illuminazioni del calendario dei Ore molto ricche del duca di Berry nel XV secolo. Il romanticismo ne fa una cifra estetica, riducendola spesso al solo bagliore di malinconici tramonti, quando l’era industriale celebrerà l’astro nascente, come Claude Monet con Stampa del sole nascente.
Un'opera riccamente illustrata
Un'opera riccamente illustrata, punteggiata anche da pagine infografiche che forniscono approfondimenti scientifici.
Credito: Flammarion
“Stelle. Ciò che l'arte deve al cosmo“, Pascal Dethurens, Flammarion, 288 pag., € 49,90