“Il Musicista” di Charles Reznikoff, ritratto d’artista con pellicola – Libération

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Il quaderno dei Livres de Libécaso

Ristampa da parte di Héros-Limite del romanzo in cui un venditore ambulante narratore non capisce nulla della musica di un amico d’infanzia ritrovato.

Sulla quarta di copertina della prima edizione di Musicista (POL, 1986), ora ristampato nella stessa traduzione con una prefazione di Robert Creeley, il poeta americano, e una postfazione di David Lespiau, il poeta francese, l’editore ha citato un’intervista con Charles Reznikoff, figlio di emigranti ebrei di Russia nati nel 1894 a New York dove morì nel 1976: “Vedo una cosa. Lei mi commuove. Lo trascrivo così come lo vedo. Mi astengo da qualsiasi commento. Se ho descritto bene l’oggetto, ci sarà qualcuno che si commuoverà, ma anche qualcuno che dirà “Che diavolo è quello?” Forse hanno ragione entrambi”.

Le prime righe del romanzo sono la manifestazione di questa dicotomia: “Jude Dalsimer era forse un grande musicista. Non posso dirlo perché non ne so molto di musica. Conosco i grandi nomi, ovviamente, quelli la cui musica tutti ascoltano con rispetto e talvolta con piacere. Ma la musica di Jude Dalsimer mi ha semplicemente confuso”. Non suscita né il piacere né il rispetto del narratore, amico di gioventù ritrovato, e il testo è “il ritratto implacabile di un artista, e l’indifferenza che lo circonda”scrive David Lespiau che aggiunge: “Il romanzo è esemplarmente triste. Non è buio, perché questa precisione delle descrizioni – luoghi, circostanze, affetti – […] impedire il gioco delle ombre, escludere radicalmente ogni effusione psicologica”.

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