“Leo” di Deon Meyer

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Il thriller della settimana scelto da Gilbert Chevalier è “Leo”, romanzo di Deon Meyer della Série Noire di Gallimard.

Pubblicato il 10/11/2024 11:08

Tempo di lettura: 2 minuti

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“Un libro aperto”, la scelta di Gilbert Chevalier, ogni domenica in “Les expert livres”. (2011 JAZID / MOMENT RF / GETTY IMAGES)

Deon Meyer, dopo aver seguito con attenzione gli sconvolgimenti degli anni post-apartheid in Sudafrica, sta ora regolando i conti, severamente, con il potere sudafricano, corrotto come sempre.

Vi ritroviamo alcuni dei suoi personaggi ricorrenti, e soprattutto i suoi due poliziotti preferiti, l'ex alcolizzato Benny Griessel et al il suo compagno di squadra Vaughn Cupidodue investigatori d'élite, retrocessi a una stazione di polizia di second'ordine e che, dopo essere stati agenti di polizia d'élite, ora si prendono praticamente cura di gatti schiacciati. Punizione per non essere stata perfettamente docile.

Ma dopo pochi mesi e grazie ad un certo sostegno, sono tornati all'unità crimini gravi e violenti. E i due investigatori, dopo l'inquietante morte di uno pseudo-avvocato, metteranno le mani in una marcia che li porterà ancora una volta a combattere la corruzione politica, fiorita negli ultimi anni. Ex soldati delle forze speciali sono coinvolti in un regolamento di conti in un contesto di rapine e sequestri di denaro pubblico. E notiamo con piacere che Deon Meyer ha ancora la stessa capacità di farci conoscere il suo Sud Africa, anche se il suo sogno di una nazione arcobaleno ha subito un duro colpo.

E lì, ci immergiamo nel cuore del reattore Deon Meyer: il Sudafrica post-apartheid. Il ruolo dell’ANC, il riciclaggio dei suoi ex soldati clandestini e la tenace resistenza di una parte della società afrikaner bianca. HAvec L'anima del cacciatore, Deon Meyer ci invita a una sorta di inseguimento. Seguiamo un ex assassino del braccio armato dell'ANC. Era il partito di Mandela che aveva campi di addestramento in Angola, in Zambia, ma anche in URSS e nei paesi del Patto di Varsavia.

Dopo il cambio di regime e dopo alcuni errori, questo ex formidabile assassino si è ricostruito una vita onorabile e pacifica. Ma un giorno, la figlia di un vecchio combattente viene a chiedere il suo aiuto. L'ex assassino si trova di fronte a un dilemma. Un po’ come una metafora di ciò che stava vivendo la società sudafricana in quel periodo. Deon Meyer ha scritto L'anima del cacciatore all'inizio degli anni 2000. È geniale per la fine osservazione, umana e politica, della trasformazione che avviene davanti agli occhi dello scrittore, e geniale anche per il ritmo mozzafiato e spettacolare di questo inseguimento attraverso il Sud Africa.



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