“Il Club dei Bambini Perduti”, di Rebecca Lighieri, POL, 520 pag., 22€, digitale 16€.
Sono passati undici anni da quando Emmanuelle Bayamack-Tam ha delegato parte della sua bibliografia a Rebecca Lighieri. Ha spesso spiegato che i suoi romanzi erano firmati dall’uno o dall’altro (in entrambi i casi, alla POL) a seconda del loro grado di esigenza (nel primo caso, il più letterario), della loro tipologia di riferimenti (nel secondo, il più popolare) e la loro atmosfera (relativamente soleggiata per uno, uniformemente buia per l’altro).
Di più Il club dei bambini perduti ci permette di capire cosa il nome di Rebecca Lighieri, con il paronimico rivolto a Dante Alighieri, avrebbe dovuto avvertirci fin dall’inizio: l’opera di Lighieri si definisce innanzitutto per il suo territorio, che è, in un modo o nell’altro, l’inferno .
È qui che la loro gelosia ha portato i mariti ingannati Mariti (2013); dove è precipitata una notizia I ragazzi dell’estate (2017). Anche lì dove i personaggi diCi sono uomini che si perderanno sempre (2020). Ecco, ancora una volta, la Miranda di Club dei bambini perduti. Deve il suo nome all’opera di Shakespeare. La Tempesta (dove uno dei personaggi assicura: “L’inferno è vuoto e tutti i demoni sono qui”), e ruota attorno alla questione di Lorenzaccio di Musset “Sono un Satana? » – Shakespeare, Musset… crederanno, poi, che Lighieri sia privato da Bayamack-Tam dei brani culturali più “nobili”.
Farmaci ad alte dosi
Non incontriamo prima Miranda, ma suo padre, Armand, il cui monologo occupa metà di questo grosso romanzo; dopo averlo consegnato alla figlia, la parola tornerà a lui per un epilogo. Armand è un attore cinquantenne realizzato dalla vita, felice nel suo lavoro che gli procura tutti i riconoscimenti del mondo, nel matrimonio con la bella Birke, che ama da trent’anni, e anche nelle sue avventure adultere.
Miranda è la sua unica figlia e la sua unica preoccupazione. Non ha mai saputo cosa fare con la discrezione della ragazzina eternamente saggia che mostra ancora a 24 anni, la sua età all’apertura del libro. Quando Miranda prende in mano la storia, per un assolo il cui umorismo e vivacità rendono sopportabile l’oscurità, ci rendiamo conto di quanto suo padre si sbagli su di lui, non vede nulla dei suoi tormenti e della vita segreta (droghe ad alte dosi e sesso distrutto ) che lei guida.
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Il club dei bambini perduti mette di fronte la cecità dell’uno con la superlucidità dell’altro. Perché se Miranda rende la sua esistenza a “furia pianificata”è perché la sua ipersensibilità alle emozioni del suo vicino, umano o animale, alle vibrazioni del mondo (e anche di una forma oltre), lo rende infernale. Può scivolare nei pensieri degli altri, accanto a lei o dall’altra parte del pianeta, così come a volte può duplicare se stessa o gli oggetti.
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