Due tascabili “disfattisti” consigliati da François Angelier: Bernard Fall, Michel Bernard

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“Dien Bien Phu. L’inferno in un posto molto piccolo. di Bernard Fall, traduzione dall’inglese (Stati Uniti) di Michel Carrière, rivista da Michel Désiré, prefazioni di Roger Lévy e Nathaniel L. Moir, Les Belles Lettres, “Il gusto della storia”, 722 p., € 19,50.

“Inverno 1812. Ritiro dalla Russia”, di Michel Bernard, La Petite Vermillon, 296 p., € 8,90.

Il prossimo 8 maggiola celebrazione degli 80e compleanno “Sbarco, Liberazione e Vittoria” c’è il forte rischio di catturare l’essenza della memoria francese e di lasciare solo un posto molto modesto per un altro 8 maggio 70e anniversario dell’ultimo messaggio inviato dal campo trincerato di Dien Bien Phu : “La fermata di uscita mancata non può più comunicare con la tua fermata e fine. » Poche parole per indicare che dopo meno di due mesi di combattimenti (13 marzo-7 maggio 1954), cala il sipario sulla guerra d’Indocina (1946-1954) e che essa finirà, dopo sessantasette anni di intensa colonizzazione. , la presenza francese in Asia.

Del resto, cosa possiamo fare con una sconfitta se non trattarla come un fastidio e abbandonarla sul marciapiede, meditare sulla sua lezione, cosa che raramente facciamo, o trarne un mito vendicativo o una leggenda sacrificale, che è facilmente praticabile?. Dien Bien Phu concentra tutto questo allo stesso tempo nel suo bacino fradicio, con i suoi 31.000 morti francesi e vietnamiti, i suoi 11.000 prigionieri, i suoi forti con nomi da nubile (Isabelle, Eliane, Huguette), i suoi conflitti di signori della guerra (la fredda e metodica Navarra di fronte al focoso e lirico Cogny), il suo cavaliere gentiluomo, Christian de Castries, la sua coraggiosa giornalista, Brigitte Friang, e il suo angelo della Croce Rossa, Geneviève de Galard.

Chi vorrà raccontarci un’avventura del genere non potrà che prometterci “sangue, sigle, lacrime e sudore”, impegnandosi ad essere allo stesso tempo Alfred Sauvy e Pierre Schoendoerffer. Questo è ciò che è riuscito a fare il corrispondente di guerra franco-austriaco, politologo e specialista in Asia Bernard Fall (1926-1967), combattente della resistenza, uomo sul campo, con questo classico della storia militare dal titolo chiaro: Dien Bien Phu. Un angolo d’inferno. Nessun bossolo perso nel fango, nessun villaggio devastato viene dimenticato. Piovono tante sigle quanti colpi di mortaio: “ZONO”, “GONO”, “RALP”, “DBL”. Diamo solo l’ultima: la semibrigata della Legione Straniera. Eppure è una guerra di uomini, e i ritratti, a figura intera o di gruppo, vibrano e abbondano. Quando si tratta di storie militari, il lirismo sta nella precisione, la visione nella chiarezza: inclusa l’azione.

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