Leggiamo “Il rumore dei nostri passi perduti” di Benoît Séverac

Leggiamo “Il rumore dei nostri passi perduti” di Benoît Séverac
Leggiamo “Il rumore dei nostri passi perduti” di Benoît Séverac
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Bruno Menetrier, blogger e collaboratore del gruppo di lettura 20 Minuti Libri, consiglia “Il rumore dei nostri passi perduti” di Benoît Séverac, pubblicato il 5 settembre 2024 da Éditions La Manufacture de Livres.

La sua citazione preferita:

« La mediateca dove morivano di noia migliaia di CD che nessuno, a parte Cérisol, prendeva più in prestito. Li ha portati via e non li ha più riportati; non gli sono stati chiesti. – Sei gonfio, gli aveva detto un giorno Sylvia. – Penso che gli vada bene. – Comunque, per un rappresentante dell’ordine… – Esatto, non devono metterli via se non li restituisco. Mantengo una certa forma di ordine. – Attraverso il vuoto. – COSÌ. È astrofisica. »

Perché questo libro?

  • Perché vi abbiamo parlato di Benoît Séverac proprio qui nel 2020 con Uccidi il figlio. Il suono dei nostri passi perduti è il secondo episodio di una serie poliziesca con il tenente Cérisol come eroe ricorrente.
  • Perché ci piace l’atmosfera delle serie TV dove ci prendiamo il tempo per svelare lentamente intrighi paralleli e per sfruttare appieno la squadra incaricata delle indagini.
  • Perché i personaggi sono ben disegnati (ah le marmellate di albicocche del tenente Cérisol!) e le signore non sono lì solo per la decorazione: il libro supera felicemente il famoso “test di Bechdel” e la nuova recluta dal nome impronunciabile non ha la lingua in camicia. Anche i personaggi secondari (come Fabienne, colei che gestisce il ristorante Chaudron) sono ritratti con umorismo, o con tenerezza, spesso un po’ entrambe le cose, ma sempre con cura.
  • Perché con Benoît Séverac nessun serial killer à la Franck Thilliez né inseguimenti sovraccaricati alla Olivier Norek. Siamo più vicini alla vena sociologica dei thriller nordici. La vita privata di ogni personaggio, gli intrighi stessi, tutto è un pretesto per sviscerare l’uno o l’altro aspetto della nostra società contemporanea.
  • Perché questo libro è uno di quei libri (rari). Libri “carini”, nel senso buono del termine, benevoli. Benoît Séverac non intende portarci nelle profondità più profonde dell’oscurità dell’animo umano. Ci mostra la nostra società oggi. Naturalmente, anche a Versailles ci sono lati un po’ più oscuri di altri, lati che non sempre vogliamo vedere. Ma il finale del libro (molto riuscito) rimane dalla parte della speranza e della benevolenza. Benoît Séverac è senza dubbio un ottimista furioso: ringraziamolo per aver saputo condividere con noi questo umanesimo.

L’essenziale in 2 minuti

La trama. Un gruppo investigativo della SRPJ di Versailles. Da un lato, la morte di una giovane donna, un suicidio troppo evidente per essere onesti, ovviamente. D’altra parte, il ritrovamento di un cadavere in una tomba. Niente di più normale? tranne che né la famiglia né nessuno lo conosce!

I personaggi. Il tenente Cérisol che conduce una vita complicata con la moglie cieca. Nel suo “gruppo”: il vecchio burbero portoghese Nicodemo, il giovane taekwondoka Grospierres, e infine una nuova recluta, Sara Krzyzaniak, dal nome polacco impronunciabile, chiamiamola quindi semplicemente “K”!

I luoghi. Versailles e gli uffici della SRPJ. Alla base della trama, tra due capitoli, seguiamo anche il pericoloso viaggio di un rifugiato ciadiano attraverso il Mediterraneo, l’Italia e poi la Francia…

L’epoca. Al giorno d’oggi. Ciò che interessa a Benoît Séverac è la nostra società oggi.

L’autore. Benoît Séverac è un tuttofare, è stato anche pastore a Larzac o restauratore di monumenti funerari (ok, non abbiamo scelto i momenti più rilevanti della sua biografia!). Questa scoperta non può che farci venire voglia di leggere altri romanzi di questo autore.

Questo libro è stato letto con. un po’ di sorpresa per questa scoperta di un autore ancora poco conosciuto. Ma molto presto veniamo toccati dall’umanità e dalla gentilezza che permea le sue parole, lontane dai thriller oscuri ed esagerati che siamo soliti vedere.

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