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Nel 2025, l’Algeria dovrà fare dei compromessi economicamente vitali ma politicamente esplosivi

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In Algeria, dove presto bisognerà contare gli alti ufficiali che non sono stati in prigione (dieci maggiori generali, sessanta generali e ottantacinque colonnelli), il 2024 è stato ancora una volta quello dell’immobilità. Infatti, invece di intraprendere le riforme vitali richieste dalla situazione economica e sociale del paese, il presidente Abdelmadjid Tebboune e il generale Saïd Chengriha, capo di stato maggiore-ministro, hanno innanzitutto assicurato la sopravvivenza del “Sistema”, questa nebulosa in cui l'alto comando militare , il complesso militare-petrolifera, i vertici dell’Islam nazionale, i capi dei partiti e delle istituzioni pubbliche, sono invischiati, così come i giudici. Lo zoccolo duro del “Sistema” è l’associazione degli ex studenti mujaheddin (l’ONM) di cui, secondo l’ex ministro Abdeslam Ali Rachidi, “tutti sanno che il 90% di questi veterani, i mujaheddin, sono falsi» (Il Watan12 dicembre 2015).

Politicamente, il “Sistema” si è intrappolato facendo rieleggere il presidente Abdelmadjid Tebboune con il 94,65% dei voti… Infatti, poiché le astensioni hanno riguardato almeno l’85% degli elettori, il “Sistema”, che ha quindi perso la poca legittimità che gli restava esso, quindi, appariva più che mai tagliato fuori dalla popolazione.

Un “Sistema” che, peraltro, ha una spada di Damocle economica appesa sulla sua testa, a causa della totale dipendenza dell'Algeria dagli idrocarburi, e quindi della variabilità dei loro prezzi. Il petrolio e il gas forniscono, anno dopo anno, tra il 95 e il 98% delle esportazioni e circa il 75% delle entrate di bilancio di un’Algeria che, non avendo imparato la lezione delle crisi del 1986, 1990 e 1994, non ha ancora diversificato in modo significativo la sua economia.

Tuttavia, bloccata sulla monoproduzione di idrocarburi, i cui volumi esportabili dovrebbero diminuire a causa dell’aumento dei consumi interni e del progressivo esaurimento dei giacimenti, e questo nonostante l’annuncio di nuove scoperte, l’Algeria dovrà soddisfare rapidamente i bisogni primari di un popolazione in crescita. Nel gennaio 2024 il Paese contava 46,7 milioni di abitanti (12 milioni nel 1962), con un tasso di crescita annuo del 2,15% e quasi 900.000 nascite ogni anno.

“Invece di guardare alle cause dei fallimenti diplomatici algerini, in particolare quello della politica sahariana, i leader di Algeri continuano a sostenere ciecamente il Polisario”.

Il problema insolubile del “Sistema” di fronte a questa bomba demografica è che, non producendo abbastanza per vestire, curare, equipaggiare e nutrire la sua popolazione, l’Algeria deve quindi comprare tutto all’estero. Nel 2024, un quarto dei ricavi derivanti dagli idrocarburi sarà utilizzato per la sola importazione di prodotti alimentari di base… di cui l'Algeria era esportatrice prima del 1962.

Un altro grosso problema è che, invece di cercare le cause dei fallimenti diplomatici algerini, in particolare quello della politica sahariana, i leader di Algeri continuano a sostenere ciecamente il Polisario. Tuttavia, questo movimento, che ha capito che la sua lotta per la creazione di uno “Stato” Saharawi è persa, si è impegnato a “diversificare” le sue attività specializzandosi nel traffico (vedi su questo argomento il mio precedente articolo intitolato “Algeria: il Polisario, uno stato nello stato?).

Il sito L'intelligence del Maghreb è così emerso che le operazioni di perquisizione effettuate negli aeroporti e nei porti algerini avrebbero portato alla scoperta di ingenti quantità di droga nascoste nei bagagli diretti a Tindouf, quartier generale del Polisario. Successivamente sono state impartite istruzioni ai servizi di sicurezza algerini di non controllare più i membri del Polisario coinvolti in queste reti criminali.

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