Una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad, la comunità internazionale attende di vedere come la nuova potenza, guidata da HTS, governerà la Siria. A Idlib, città diventata “vetrina” del movimento, la situazione sembra diversa dal resto del Paese.
Pubblicato il 16/12/2024 08:21
Aggiornato il 16/12/2024 08:27
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Lo striscione HTS sventola all’ingresso di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Abdulhamid ci guida tra le strade affollate e rumorose della roccaforte dei nuovi padroni di Damasco. “Guarda la vita a Idlib!, esclama. Tutti questi negozi sono aperti!”si rallegra. In un certo senso, Idlib, amministrata per sette anni da HTS, sembra essere una vetrina del nuovo potere: la città è piena di attività. Solo poche vestigia dei bombardamenti della scorsa settimana testimoniano la guerra.
Ma stiamo già lavorando per cancellarli. Le bancarelle sono piene di frutta e verdura, polli arrosto allo spiedo, macellerie, gioiellerie, negozi di armi… Ma la città ha anche acqua, elettricità e telefono. Da questo lato non ci sono dubbi: Idlib è un modello per la Siria.
“Qui abbiamo l’elettricità 24 ore su 24, mentre nel resto della Siria ce n’è solo due ore al giorno, sia nelle zone costiere che a Damasco”.
Abdulhamid, residente a Idlibsu franceinfo
Ciò fa sorridere Muhammad al-Asmar, del ministero dell'informazione di Idlib: “A Damasco le nostre squadre soffrono per avere Internet anche se è la capitale. Qui, a Idlib, qualunque sia la strada, c’è Internet, ma uno dei più grandi successi di questo governo è la sicurezza erano ancora in questa regione”.
Le donne dicono che amano camminare senza rischi. Tutti sono velati, molti indossano il niqab, ma qui è tradizione. L'HTS non impone alcun outfit. Tuttavia, ha istituito un consiglio della shura, un consiglio di giudici musulmani, che controlla il governo.
Muhammad al-Asmar riconosce che l’esempio del conservatore Idlib non può essere trasferito al resto della Siria, che è molto più diversificato. “La Siria appartiene a tutti i siriani e tutti hanno il diritto di partecipare alle decisioni. Non cadremo nella stessa trappola del regime di Assad che ha confiscato il potere a beneficio di un'unica comunitàdice. Il suo errore è stato ridurre la Siria a un gruppo e a una famiglia che monopolizzava tutte le risorse”.
Ma la road map applicata a Idlib, ricostruzione, rispetto dell’Islam, sicurezza, suggerisce le priorità dell’HTS.
E l'istruzione non è uno di questi, critica Nour. “Ho quattro figli e sono riuscita a mandarne solo uno a scuola perché costa 350 dollari l'annospiega. E' troppo costoso. Qui non c’è istruzione gratuita e non abbiamo soldi, nemmeno abbastanza per mangiare. Guarda: ha un fratello gemello. Lei va a scuola, ma non potevo mandarlo lì. La ripresa dell’economia resta una delle sfide, a Idlib come nel resto del Paese.
Il rapporto di Marie-Pierre Vérot a Idlib, Siria
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