In seguito alla proposta di legge volta a ridefinire i diritti concessi alla popolazione indigena in Nuova Zelanda, i Maori scendono in piazza. Dopo diverse proteste fuori dal Parlamento, un gruppo di Maori ha inviato una lettera al re Carlo III invitandolo a intervenire in loro favore. Il re Carlo III è il capo di stato della Nuova Zelanda e sua nonna, la regina Vittoria, gettò le basi per la protezione dei Maori alla fondazione del paese, condizioni che ora sono in pericolo.
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I Maori inviano una lettera al re Carlo III chiedendo aiuto
Nelle ultime settimane sono state organizzate diverse proteste in Nuova Zelanda, riunendo decine di migliaia di Maori preoccupati e arrabbiati. Gli indigeni della Nuova Zelanda temono nuove misure da parte del governo conservatore, che potrebbero mettere a repentaglio i diritti conquistati nel 1840 dal Trattato di Waitangi. Questo trattato è un documento fondatore del paese, firmato tra la Corona britannica e più di 500 capi Maori.
Questo trattato rese la Nuova Zelanda una colonia britannica sotto la regina Vittoria. Nel 1907, il paese ottenne l’indipendenza diventando un dominion e divenne pienamente sovrano nel 1947. Tuttavia, la Nuova Zelanda rimase un regno del Commonwealth, mantenendo il sovrano britannico come capo di stato. Il re Carlo III detiene ufficialmente il titolo di re della Nuova Zelanda.
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Fondamenti fondamentali del Trattato di Waitangi in pericolo
La recente visita del re Carlo III in Australia ha ricordato come il rapporto tra i regni del Commonwealth dell’Oceania e la Corona britannica possa talvolta essere complicato. Durante il suo viaggio in ottobre, il re Carlo III fu aggredito da una senatrice aborigena, evacuata manu militari dal parlamento in seguito ai suoi scandali. In Nuova Zelanda i rapporti con il sovrano sono più tranquilli e le discussioni per una transizione repubblicana non sono all’ordine del giorno. Il re Carlo III ebbe ottimi rapporti anche con il re Tuheitia Paki, il re dei Maori morto il 30 agosto 2024. Il re Carlo III aveva “ era profondamente addolorato” e dichiarato di esserlo “sotto shock” dopo aver appreso della morte del re Maori. SSua figlia, Ngā Wai Hono i te Pō, gli succedette come regina di Māori. Il re e la regina Maori svolgono funzioni consuete e non beneficiano del riconoscimento costituzionale. Il governo neozelandese, tuttavia, cerca di mantenere rapporti cordiali con il sovrano maori, permettendogli in particolare di rappresentare la Nuova Zelanda in occasione di eventi reali all’estero. Il re dei Maori, ad esempio, aveva partecipato ai funerali della regina Elisabetta II e all’incoronazione del re Carlo III.
La nuova regina Ngā Wai Hono i te Pō era tra i manifestanti durante le ultime proteste Maori davanti al parlamento neozelandese. Per farsi sentire, i Maori hanno deciso di inviare una lettera, dal National Iwi Chairs Forum, al re Carlo III. Questo forum è un gruppo che rappresenta i Maori e si batte per i loro diritti. La lettera chiede al re di intervenire per ricordare al governo neozelandese i suoi obblighi nei confronti del popolo Maori. I Maori ricordano a re Carlo i legami storici che esistono da diversi secoli tra la Corona britannica e la popolazione indigena.
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Sebbene il trattato risalga al XIX secolo e soddisfacesse le popolazioni indigene della Nuova Zelanda fino alla regina Vittoria, questo documento garantiva comunque il rispetto dei diritti degli indigeni. Ad esempio, l’articolo 3 afferma che la regina Vittoria “estende la sua protezione reale ai nativi della Nuova Zelanda” ma dà anche a questi nativi “tutti i diritti e i privilegi dei sudditi britannici”. Questi diritti e privilegi sono dettagliati in altri articoli, inclusa la concessione ai Maori del diritto sulla loro terra, che all’epoca costituiva una notevole eccezione rispetto al trattamento riservato ad altre colonie britanniche.
Gli attivisti indigeni sono preoccupati per il declino dell’uso della lingua Maori nei servizi pubblici e per lo smantellamento delle istituzioni volte ad affrontare le disuguaglianze sanitarie. Questi cambiamenti sono visti come gravi attacchi ai diritti conquistati con fatica dal popolo Maori, che già deve far fronte a notevoli svantaggi sociali.
I Māori sono scesi in piazza a seguito della legislazione nota come Legge sui Principi del Trattato, introdotta a novembre. I sostenitori di questa legge, al contrario, sostengono che le divisioni tra Maori e non Maori siano sorte a causa del Trattato di Waitangi, che garantisce determinati diritti e privilegi alle popolazioni indigene. Questi diritti creerebbero quindi un sistema di dualità per i cittadini neozelandesi. David Seymour, leader del partito ACT che ha presentato questo disegno di legge, ritiene che la creazione di quote destinate a rimediare alla sottorappresentanza dei Maori nelle istituzioni pubbliche sia stata “contrario al principio della parità di diritti”. Il Guardian riporta i timori degli indigeni: “Se questo disegno di legge dovesse passare, sarebbe la violazione più grave e totale del Trattato… nei tempi moderni”.
Nella lettera indirizzata al re Carlo III l’11 dicembre, i rappresentanti maori chiedono al sovrano di intervenire “per garantire che il governo non mini l’onore della Corona” non rispettando un trattato firmato dalla Corona britannica. I Maori ricordano il re Carlo “la promessa di due popoli di prendersi la migliore cura possibile l’uno dell’altro”. Il media locale 1News riporta anche la risposta del primo ministro neozelandese Christopher Luxon che, dal canto suo, “difende il suo governo dalle accuse secondo cui avrebbe eroso i diritti degli indigeni”.
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