La precipitosa caduta di Assad costituisce un vantaggio per Recep Tayyip Erdogan che si sbarazza di un nemico di vecchia data e può sperare di estendere la sua influenza su una regione profondamente tormentata.
Questo articolo proviene da “Figaro Magazine”
- Il pragmatismo e la pazienza di Ankara hanno avuto la meglio su El-Assad
Lo scorso luglio, il presidente Recep Tayyip Erdogan si era detto pronto a invitare Bashar al-Assad in Turchia. La caduta e poi la fuga lo scorso fine settimana del dittatore rischiano di chiudere definitivamente il capitolo nei rapporti tra i due uomini. Da mesi ormai Erdogan non nasconde più la sua esasperazione per il rifiuto dell'ex presidente di “riconciliarsi” per risolvere due problemi che gli stanno a cuore: eliminare le forze curde ammassate alla sua frontiera e rimandare nel loro Paese i 3 milioni di siriani profughi presenti sul suo territorio.
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Sebbene nessun soldato di Ankara sia direttamente coinvolto nell’offensiva dell’HTC (Hayat Tahrir al-Sham), tra i ribelli figura l’Esercito nazionale siriano (ANS), un gruppo di fazioni unite attorno al sentimento anti-curdo e che la Turchia è riuscita a unire nel 2018 L’indebolimento del sostegno iraniano e russo a Damasco, a causa dei loro impegni militari…
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