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Quando la Giustizia mette all'asta i prodotti sequestrati o confiscati dalle forze dell'ordine

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C'era tantissima gente questo venerdì mattina all'hotel Arawak, il luogo scelto per organizzare un'asta molto speciale: quella di oggetti e altri prodotti sequestrati o confiscati durante operazioni di polizia o di gendarmeria. Una vendita che risarcirà le vittime o, più semplicemente, integrerà il bilancio dello Stato e in particolare del Ministero della Giustizia.

Per comprendere questa vendita eccezionale bisogna prima sapere di cosa si tratta e allo stesso tempo a cosa servirà questa vendita. Perché questa non era un'asta normale.

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All'asta hanno partecipato i pubblici ministeri di Pointe-à-Pître e Basse-Terre

©JM. Mavounzy

Inoltre, molti potenziali acquirenti non volevano essere ripresi lì e per una buona ragione, a volte, alcune erano le persone presso le quali la Giustizia e la polizia effettuavano sequestri o confische degli oggetti messi in vendita.

CAROLINE CALBO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI POINTE A PITRE



©Guadalupa

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L'AGRASC

©JM. Mavounzy

È ad un organismo specifico che lo Stato e in particolare il Ministero della Giustizia affidano questo tipo di vendita. L'Agenzia per la gestione e il recupero dei beni sequestrati o confiscati.

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In vendita questo venerdì gioielli, alcolici, vino, automobili tra cui un veicolo Porsche con l'obiettivo di molti acquirenti. Con il rischio che l'acquirente che si aggiudica l'asta non sia nemmeno presente in sala visto che la vendita è stata effettuata anche online.

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Per il momento non sappiamo cosa ha portato in totale l'asta di venerdì. Sappiamo però che queste vendite apportano una somma significativa allo Stato. L'anno scorso, su tutto il territorio nazionale, 175 milioni sono andati ad integrare il bilancio dello Stato e 97 milioni hanno permesso di risarcire le vittime.

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Un banditore che deve guardare sia la sala che gli schermi per vedere da dove proviene l'offerta

©JM. Mavounzy



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