La Strategic Review pubblicata dal Ministero delle Forze Armate nell’ottobre 2017 evidenziava che i Balcani occidentali rappresentano una “grande sfida per l’Europa e per la sicurezza dell’intero continente”. E spiegare: “La regione resta divisa dalla sua storia e da traiettorie economiche molto contrastanti. Pertanto, quest’area soffre di debolezze che possono essere utilizzate a fini di destabilizzazione da parte dei movimenti radicali [notamment jihadistes]gruppi criminali o Stati terzi”.
Anche se non è stata inclusa nella versione aggiornata di questo documento, rilasciata a novembre 2021, resta il fatto che questa valutazione è ancora attuale. A questa constatazione si aggiungono tensioni persistenti non solo tra i paesi della federazione dell'ex Jugoslavia ma anche tra le diverse comunità che li compongono, come ad esempio in Bosnia-Erzegovina o in Kosovo. [dont l’indépendance n’est pas reconnue par cinq États membres de l’Union européenne].
Nel marzo 2022, poche settimane dopo l'inizio della guerra in Ucraina, Rafale M del gruppo aereo imbarcato [GAé] della portaerei Charles de Gaulle ha effettuato “voli di addestramento” sulla Bosnia-Erzegovina, mentre si parlava di raddoppiare gli effettivi della forza europea “Althéa”, schierata nel Paese per far rispettare gli accordi di Dayton firmati nel 1995 , pose fine alla guerra tra le forze serbe, croate e bosniache.
A quel tempo la questione era se la Repubblica Serbo-Bosniaca [Republika Srpska] avrebbe affermato o meno la propria indipendenza da Sarajevo, con l’appoggio del Cremlino. Da allora la situazione non è cambiata.
Allo stesso tempo, i rapporti tra Belgrado e Pristina sono ancora tesi, con ricorrenti incidenti che coinvolgono la comunità serba stabilita nel nord del Kosovo e le autorità kosovare. E questo nonostante la presenza della KFOR, la forza schierata dalla Nato nell'ex provincia serba.
La primavera scorsa, nonostante fosse stata posta sotto il controllo operativo della NATO per due settimane, durante la missione Akila, la portaerei Charles de Gaulle non era stata invitata a svolgere missioni di ricognizione sopra il Kosovo. Ma si è trattato solo di un rinvio.
Infatti, nel suo resoconto settimanale delle operazioni, evocando la missione Clemenceau 25, lo Stato Maggiore delle Forze Armate [EMA] ha indicato che “due Rafale Marines imbarcati a bordo della portaerei Charles de Gaulle hanno effettuato un volo a beneficio della KFOR”. E precisare che questo volo ha contribuito “alla valutazione della situazione nei Balcani e al mantenimento di un ambiente sicuro e protetto nella regione”.
Probabilmente uno di questi due Rafale M era equipaggiato con la navicella RECO NG, che permette di scattare foto ad alta o bassissima quota, di giorno o di notte. Inoltre, grazie ai suoi sensori ottici che possono ruotare di 180°, può puntare un obiettivo da diverse angolazioni, o anche più obiettivi in un unico passaggio.
Il volo di ricognizione è avvenuto mentre Pristina ha recentemente accusato Belgrado di sabotaggio che ha danneggiato il canale Ibar-Lepenac, essenziale per i sistemi di raffreddamento delle due centrali elettriche a carbone destinate ad alimentare la rete elettrica del Kosovo. Ciò è stato fortemente smentito dalle autorità serbe.
Ricordiamo che le forze francesi hanno terminato la loro partecipazione alla KFOR nel 2014, in un momento in cui dovevano affrontare altri importanti impegni. [Serval, Sangaris, Daman, etc.].
Detto questo, la missione che questi due Rafale M hanno appena svolto non è una novità per l'EMA. Infatti, il sito italiano Itamilradar, che traccia i movimenti di aerei militari, di sorveglianza leggera e di intelligence [ALSR] Negli ultimi mesi i “Vador” dello squadrone 4/33 Périgord sono stati regolarmente avvistati sul Kosovo, vicino al confine con la Serbia.
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