50% dello stipendio base
L’importo di tale indennità è determinato in base allo stipendio base percepito dal titolare. Quanto più a lungo lavorerà il commissario europeo, tanto maggiore sarà la sua indennità. Charles Michel, che ha assunto la presidenza del Consiglio europeo nel dicembre 2019 e domenica scorsa ha lasciato il posto ad Antonio Costa, ha diritto al 50% del suo stipendio base, secondo le norme dell’Unione europea.
Indennità di uscita, un vero montepremi per i deputati uscenti: più di 500.000 euro per alcuni di loro!
Nel 2024, lo stipendio indicizzato annuo del presidente del Consiglio europeo raggiungerà i 430.000 euro. Secondo un documento ufficiale dell’UE, scovato dal PTB, l’indennizzo di Charles Michel sarà tuttavia superiore a quello previsto dalla sua fascia (“50% se questo periodo è superiore a tre anni ma inferiore o uguale a cinque anni” ). L’ex primo ministro belga riceverà 260.000 euro in due anni.
Il presente regolamento che stabilisce tale metodo di calcolo si applica anche ai membri della Commissione Europea, compreso l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Nel lotto troviamo Didier Reynders (MR). L’ex vice primo ministro belga riceveva tra i 20.000 e i 30.000 euro al mese per il suo ruolo di garante dello Stato di diritto. Se applichiamo lo stesso calcolo di Charles Michel, otteniamo un paracadute di 240.000 euro in due anni.
Anche gli eurodeputati
Questo sistema di compensazione d’uscita riguarda anche i parlamentari europei. Lo scorso giugno, l’ex primo ministro Guy Verhofstadt (Open VLD) ha lasciato il Parlamento europeo dove prestava servizio dal 2009. Aveva diritto a 15 mesi di indennità transitoria di 10.075 euro, a cui si aggiungono 3 mesi di compensazione. In totale gli fanno 158.550 euro.
Nella stessa situazione di Verhofstadt, citiamo Marie Arena (PS) e Frédérique Ries (MR) che possono contare rispettivamente su 108.175 euro e 208.925 euro lordi.
Un sistema talvolta messo in discussione
Il sistema delle indennità transitorie è stato rivisto al ribasso sin dalla sua creazione. Nel primo regolamento del 1967, queste indennità dovevano essere pagate per tre anni. Nel 2016 si è deciso di pagare solo questi IT per due anni.
Il pagamento di questi aiuti è giustificato dalla “necessità di garantire la sicurezza finanziaria delle persone interessate”. L’UE ritiene che l’obiettivo dell’IT sia quello di fungere da compensazione per un periodo di disoccupazione e mancanza di reddito. “Si deve tener conto del fatto che le persone in questione non hanno diritto ad altre prestazioni, in particolare all’indennità di disoccupazione.”
In uno studio del 2017 commissionato dal Parlamento Europeo, però, abbiamo appreso che questa spiegazione non convince tutti. “Questa giustificazione non è convincente date le reti e i contatti stabiliti dai titolari di cariche pubbliche nel periodo in cui le occupano, che li mettono al riparo dall’insicurezza.
Dopo questo studio, il sistema non è stato modificato.
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