(Gerusalemme) L’esercito israeliano ha annunciato sabato di aver effettuato diversi attacchi aerei contro posizioni di Hezbollah in Libano, indebolendo il cessate il fuoco con il movimento islamico libanese.
Inserito alle 8:23
Aggiornato alle 11:16
Anne-Sophie LABADIE con Lisa GOLDEN a Beirut
Agenzia France-Presse
Mercoledì in Libano è entrata in vigore una tregua tra Israele e Hezbollah, dopo più di un anno di ostilità transfrontaliere e due mesi di guerra aperta tra l’esercito israeliano e il movimento armato libanese sostenuto dall’Iran.
Il conflitto aveva costretto 60.000 persone in Israele e altre 900.000 in Libano ad abbandonare le proprie case.
Alla vigilia della sua entrata in vigore, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che il suo Paese manterrà “totale libertà di azione militare” in Libano, “se Hezbollah violerà l’accordo e tenterà di riarmarsi”.
Sabato l’esercito israeliano ha annunciato in un comunicato stampa di aver effettuato quattro attacchi, tra cui uno contro “un’installazione di Hezbollah” […] nella regione di Saida”, la grande città del Libano meridionale. Ha anche detto di aver preso di mira “un veicolo militare che operava vicino a un sito di produzione di razzi di Hezbollah”.
L’agenzia di stampa ufficiale libanese ANI ha riferito di un “attacco di droni su un’auto” nel distretto meridionale di Tiro, nonché di un bombardamento di Khiam, un villaggio di confine, e di fuoco intermittente di artiglieria alla periferia del villaggio di Shaqra.
“Armi nascoste”
Sempre nel sud del Paese, dove sono presenti le sue forze, l’esercito israeliano ha affermato di aver “localizzato e confiscato armi nascoste in una moschea”.
L’aeronautica israeliana ha inoltre affermato di aver effettuato un raid sabato nell’est del Paese su “siti di infrastrutture militari vicino ai punti di passaggio tra Siria e Libano utilizzati da Hezbollah per contrabbandare armi dalla Siria al Libano.
Hezbollah ha aperto un fronte di “appoggio” ad Hamas contro Israele all’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, innescata il 7 ottobre 2023 dall’attacco senza precedenti del movimento islamista palestinese.
Dopo mesi di scontri a fuoco su entrambi i lati del confine israelo-libanese, il 23 settembre Israele ha lanciato una massiccia campagna di bombardamenti sulle roccaforti del movimento libanese, seguita da operazioni di terra nel Libano meridionale, affermando di voler proteggere il confine settentrionale e consentire il ritorno degli sfollati.
Secondo le autorità libanesi, dall’ottobre 2023 sono state uccise almeno 3.961 persone, la maggior parte dalla fine di settembre. Da parte israeliana, secondo le autorità, in 13 mesi sono morti 82 soldati e 47 civili.
Sponsorizzato da Stati Uniti e Francia, l’accordo di cessate il fuoco prevede il ritiro entro 60 giorni dell’esercito israeliano dal Libano.
Hezbollah deve ritirarsi a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine, e smantellare le sue infrastrutture militari nel sud, dove saranno schierati solo l’esercito libanese e i Caschi Blu.
Mercoledì l’esercito libanese ha iniziato a dispiegare truppe e mezzi blindati nel sud del paese e il leader di Hezbollah, Naïm Qassem, si è impegnato venerdì a collaborare con esso.
Nonostante la tregua, gli abitanti della città israeliana di Kyriat Shmona, al confine con il Libano, hanno confidato di non essere in pace.
Video di un ostaggio
“Finché sento ancora le detonazioni”, vedendo l’esercito israeliano in Libano, “non voglio tornare”, indica Rakhel Revach, che dice di essere “di passaggio” dalla sua città, da cui è dovuta fuggire a causa dei combattimenti.
Nel segno che la situazione è instabile, sabato l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha esteso le sue raccomandazioni alle compagnie aeree di evitare di sorvolare il Libano, così come l’Iran, e di applicare un “rigoroso processo di monitoraggio” durante il volo su Israele.
L’esercito israeliano continua le sue operazioni anche nella Striscia di Gaza, dove vuole distruggere Hamas.
La guerra nel territorio palestinese ha provocato una situazione umanitaria disastrosa.
La difesa civile della Striscia di Gaza ha annunciato sabato la morte di tre palestinesi che lavoravano per la ONG americana World Central Kitchen (WCK), in uno sciopero israeliano a Khan Younes (sud).
L’esercito israeliano ha confermato che uno degli operatori umanitari uccisi lavorava per la WCK ed era un “terrorista”.
La guerra a Gaza è stata innescata dall’attacco di Hamas, che ha provocato la morte di 1.207 persone da parte israeliana, per lo più civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali, compresi ostaggi uccisi o morti in prigionia.
Durante l’attacco, 251 persone sono state rapite sul suolo israeliano. A Gaza rimangono 97 ostaggi, 34 dei quali sono stati dichiarati morti dall’esercito.
Sabato l’ala militare di Hamas ha diffuso un nuovo video di un ostaggio israeliano.
L’offensiva israeliana portata avanti per rappresaglia a Gaza ha provocato almeno 44.382 morti, in maggioranza civili, secondo i dati del ministero della Sanità di Hamas, ritenuti attendibili dall’Onu.
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