Il 20 settembre, il professor Christian Doutremepuich, incaricato di effettuare le analisi del DNA sulle ossa e sui vestiti del piccolo Émile, ha presentato il suo rapporto ai giudici inquirenti del centro criminale di Aix-en-Provence. Erano trapelate poche informazioni ma secondo la BFM dalle analisi sarebbe emerso “DNA estraneo a quello della famiglia di Émile” e su questo avrebbero lavorato gli investigatori.
Morte del piccolo Émile: DNA estraneo analizzato dagli investigatori
Questo venerdì, Le Figaro e RTL rivelano una nuova svolta. Secondo i due media, che si affidano a fonti vicine al caso, sulle ossa e sui vestiti del piccolo Emile sarebbero state scoperte due tracce di Dna umano sconosciuto. È ancora il laboratorio di ematologia forense di Bordeaux a fare questi accertamenti. Se queste tracce di DNA sono parziali e degradate, è certo che non appartengono a nessun membro della famiglia di Emile.
Gli inquirenti precisano tuttavia che è possibile che queste due tracce di Dna provengano da una contaminazione accidentale. Ad esempio dall’escursionista che ha portato il teschio alla polizia o da esperti della gendarmeria. Come relè RTL, anche se prendono tutte le precauzioni, può succedere che lascino inavvertitamente del DNA. “Con l’umidità e dopo un certo tempo, maschere e guanti possono diventare porosi e consentire alle cellule di fuoriuscire”, ha spiegato ai nostri colleghi il generale Hubert Bonneau, direttore generale della Gendarmeria nazionale.
Il mistero resta dunque irrisolto in questa vicenda e gli inquirenti continuano il loro lavoro…
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