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Benjamin Netanyahu gode di “immunità”, stima il Ministero degli Affari Esteri francese

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Martedì Michel Barnier ha affermato che la Francia “applicherebbe rigorosamente i suoi obblighi” se il primo ministro israeliano visitasse il paese, senza fornire ulteriori dettagli.

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Pubblicato il 27/11/2024 11:46

Aggiornato il 27/11/2024 11:49

Tempo di lettura: 2 minuti

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Washington (Stati Uniti), 24 luglio 2024. (ALLISON BAILEY/IMMAGINI MEDIO ORIENTE/AFP)

Benjamin Netanyahu verrà arrestato se entrerà in territorio francese? Il governo continua a mantenere il vago, dopo il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro il capo del governo israeliano. Se Michel Barnier avesse effettivamente dichiarato, il giorno prima, che la Francia si sarebbe candidata “rigorosamente gli obblighi che gli competono”il Ministero degli Affari Esteri francese ha precisato, mercoledì 27 novembre, che il primo ministro israeliano beneficia di a “immunità” che dovrebbe essere “prendere in considerazione”.

“La Francia rispetterà i suoi obblighi internazionali fermo restando che lo Statuto di Roma richiede la piena cooperazione con la Corte penale internazionale”afferma il Ministero degli Affari Esteri in un comunicato stampa.

Ma il Quai d'Orsay precisa che tale status “prevede inoltre che uno Stato non possa essere tenuto ad agire in modo incompatibile con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale per quanto riguarda le immunità degli Stati non parti della CPI”come Israele. Oro, “Tali immunità si applicano al primo ministro Netanyahu e ad altri ministri rilevanti, e dovranno essere prese in considerazione nel caso in cui la Corte penale internazionale ne richiedesse l'arresto e la consegna”.prosegue il ministero.

Se il primo ministro Michel Barnier assicurasse martedì che la Francia applicherà la sua “obblighi” nei confronti della CPI, lui non ha però spiegato esplicitamente se Parigi arresterebbe o meno il leader israeliano se avesse visitato il territorio francese.

La Corte penale internazionale, alla quale Israele non ha aderito e dalla quale gli Stati Uniti si sono ritirati, ha emesso giovedì mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo del braccio armato palestinese di Hamas, Mohammed Deif, per ” crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”.

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