Il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, ha firmato il 25 novembre 2024 un decreto che attribuisce un miracolo all’intercessione del beato Pier Giorgio Frassati, che sarà canonizzato il 3 agosto 2025. Il martirio di un vietnamita e furono riconosciuti anche un congolese, così come il secondo miracolo attribuito a Maria Troncatti, suora salesiana italiana.
In mattinata papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale Semeraro e ha autorizzato la pubblicazione di un decreto che attribuisce ufficialmente un miracolo al beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925). Il giorno prima, durante l’Angelus, aveva spiegato di aver anticipato questo passo (così come quello della convalida della sua canonizzazione da parte del collegio cardinalizio, che dovrebbe avvenire a breve) per annunciare che l’italiano sarebbe stato canonizzato nell’ambito del Giubileo dei giovani il 3 agosto 2025. Morto all’età di 24 anni, Pier Giorgio Frassati è stato beatificato da Giovanni Paolo II nel 1990, dopo il riconoscimento di una prima miracolo.
Avversario del fascismo
Pier Giorgio Frassati era originario di Torino. Appassionato di alpinismo, dedicò la sua breve vita al servizio dei poveri. In opposizione al fascismo trionfante del suo tempo, fondò la “Compagnia dei Tipi Louche”, un’associazione di amici con una dimensione spirituale oltre che sociale. Morto all’età di 24 anni a causa di una devastante poliomielite, da allora è diventato una figura ispiratrice per la gioventù cattolica.
Già nel giugno scorso il Papa aveva affermato che colui che era stato membro attivo dell’Azione Cattolica “sarebbe presto diventato santo”. “Pier Giorgio proveniva da una famiglia benestante, della borghesia [son père, Alfredo Frassati, était le directeur du quotidien La Stampa et sénateur, ndlr]ma non è cresciuto nel cotone, non si è perso in una ‘bella vita’», ha sottolineato il pontefice argentino in udienza presso un’associazione romana. Il secondo miracolo a lui attribuito non è stato ancora rivelato dal Dicastero delle Cause dei Santi.
Evangelisatrice des Jivaros
Oltre a Pier Giorgio Frassati, il decreto pubblicato dal dicastero apre le porte alla santità anche a una suora italiana, Maria Troncatti (1883-1969), alla quale viene attribuito anche un secondo miracolo. Questo salesiano bresciano fu infermiere sul fronte austriaco durante la Prima Guerra Mondiale. Fu inviata nel 1922 in missione in Ecuador tra la popolazione Shuar (a volte chiamata Jivaros), che vive nella foresta amazzonica.
Aprendo un dispensario, si pose al servizio della popolazione locale, colpita da numerose malattie, e difese donne e bambini, talvolta vittime delle violente tradizioni ancestrali. Contribuì anche alla prima evangelizzazione di questa popolazione, tra la quale fu particolarmente apprezzata. Morì in un incidente aereo nel 1969.
Il miracolo attribuito alla sua intercessione riguarda una donna ecuadoriana del 2002. Caduta in coma dopo una grave malattia, fu rimandata a casa su richiesta dei suoi genitori affinché potesse morire lì. Un sacerdote salesiano chiese allora ai suoi cari di pregare la suora: pochi giorni dopo, la donna uscì dal coma e vide poco a poco scomparire i sintomi che l’avevano afflitta.
Vittima di una setta
Il Dicastero delle Cause dei Santi ha riconosciuto anche il martirio del sacerdote vietnamita François-Xavier Truong Buu Diep (1897-1946). Nato ad An Giang, nel sud del Paese, è entrato nel seminario di Phnom Penh in Cambogia, gestito dalle Missioni Estere di Parigi, e lì è stato ordinato sacerdote.
Dapprima incaricato della pastorale dei migranti vietnamiti in Cambogia, fu poi nominato parroco di Tac Say, nel sud del Vietnam, di cui fu parroco fino alla morte, avvenuta nel 1946. Nonostante l’armistizio firmato un anno prima con il Giappone che occupata l’Indocina e poi francese, cadde vittima delle bande armate giapponesi che continuarono a devastare il suo paese.
Rifiutando la protezione dei francesi per non “abbandonare il suo gregge”, il sacerdote venne infine catturato da una di queste bande i cui membri erano legati al Caodaismo, una setta sincretica locale molto ostile ai cristiani. Viene quindi rinchiuso in una casa con i suoi seguaci e li sostiene mentre anticipano un massacro. Alla fine la popolazione fu risparmiata, ma il sacerdote, uscito per parlare con i suoi carnefici, fu trovato morto. Il suo corpo portava i segni di numerosi abusi.
Un esempio per i giovani congolesi
È stato riconosciuto anche il martirio di Floribert Bwana Chui Bin Kositi (1981-2007), laico originario della regione del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Questo giovane e fervente cattolico, di famiglia benestante, si era unito alla comunità di Sant’Egidio, divenendo uno dei responsabili di alcune associazioni locali che sostenevano la popolazione di questa regione segnata da gravi tensioni.
Impegnato nella politica e nell’opposizione ai conflitti etnici e alla corruzione, è stato rapito nel 2007, e il suo corpo che mostrava segni di tortura è stato ritrovato due giorni dopo. Sebbene gli autori dell’omicidio siano ancora sconosciuti, si è poi scoperto che aveva rifiutato un’offerta di corruzione, motivato dalla sua fede cristiana. Papa Francesco lo ha dato come esempio ai giovani congolesi durante la sua visita a Kinshasa nel febbraio 2023.
Infine, il decreto pubblicato riconosce le virtù eroiche del vescovo Josip Lang (1857-1924), che servì come vescovo ausiliare di Zagabria, in Croazia, dal 1915 fino alla sua morte. Molto impegnato nel campo pastorale e sociale, morì in odore di santità, amato dalla popolazione della capitale croata, allora parte del Regno di Jugoslavia. (cath.ch/imedia/cd/rz)
© Catholic Media Center Cath-Info, 25/11/2024
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