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il primo ministro filoeuropeo guida il primo turno, i due candidati di estrema destra sono sfavorevoli

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Marcel Ciolacu è nettamente avanti rispetto ai suoi rivali, secondo gli exit poll. George Simion, ammiratore di Donald Trump, viene potenzialmente eliminato.

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Pubblicato il 24/11/2024 20:53

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Il primo ministro rumeno Marcel Ciolacu, candidato alla presidenza, a Bucarest, il 24 novembre 2024. (DANIEL MIHAILESCU/AFP)

Il primo ministro filoeuropeo Marcel Ciolacu, domenica 24 novembre, è risultato primo al primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, secondo due exit poll. Alla chiusura delle urne, alle 21 (20 a Parigi), al capo del governo socialdemocratico è stato accreditato il 25% dei voti, davanti a Elena Lasconi (18%), sindaco di centrodestra di una cittadina e due candidati di estrema destra (dal 15 al 16% ciascuno).

Marcel Ciolacu, 56 anni, ha ringraziato i suoi elettori per avergli concesso questo primo posto, un risultato “cristallino”mentre si attende il conteggio completo per sapere chi affronterà l'8 dicembre. Anche Elena Lasconi, ex giornalista di 52 anni diventata politica, ha invitato alla cautela. “I punteggi sono molto vicini, non è ancora il momento di festeggiare”ha detto.

All'estrema destra, il leader del partito AUR (Alleanza per l'unità dei rumeni), George Simion, 38 anni, che era previsto al secondo posto, è attualmente quarto, subito dietro Calin Georgescu, candidato filo-russo 62-. anni che ha creato una sorpresa. Ammiratore di Donald Trump, George Simion non ha ammesso la sconfitta. “Vedremo i risultati delle urne alle 23 (le 22 a Parigi)”dichiarò, promettendo “altre due battaglie”durante le elezioni legislative del 1° dicembre e una settimana dopo per il secondo turno delle elezioni presidenziali.

Una precisazione da parte dell'estrema destra sarebbe un colpo di fulmine in questo fedele Stato membro dell'UE e della NATO di 19 milioni di abitanti che finora ha resistito alle posizioni nazionaliste, distinguendosi dall'Ungheria o dalla Slovacchia. La Romania, che condivide un confine di 650 chilometri con l’Ucraina e delimitata dal Mar Nero, svolge un ruolo strategico “vitale”ricorda in uno studio del think tank New Strategy Center. Sia per la Nato, che ospita più di 5mila soldati, sia per il transito dei cereali ucraini.



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