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In Sudan una vera catastrofe umanitaria dopo un anno e mezzo di guerra

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Mentre il conflitto in Sudan ha già provocato decine di migliaia di morti, la Russia ha posto il veto al cessate il fuoco proposto dalle Nazioni Unite.

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Pubblicato il 20/11/2024 19:49

Tempo di lettura: 2 minuti

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I sudanesi tentano di attraversare il confine tra Sudan e Ciad, il 23 giugno 2024. (ADRIEN VAUTIER / LE PICTORIUM / MAXPPP)

È una guerra dimenticata ed è senza dubbio la crisi umanitaria più grave che il pianeta si trova ad affrontare. Il Sudan è devastato dalla guerra ormai da un anno e mezzo. Ha causato la morte di decine di migliaia di civili, 11 milioni di sfollati e 26 milioni di persone colpite dall’insicurezza alimentare e, in misura crescente, dalla carestia. Le Nazioni Unite non sono in grado di arginare questa tragedia. Lunedì 18 novembre al Consiglio di Sicurezza la Russia ha posto il veto alla risoluzione che chiedeva il cessate il fuoco. Tuttavia le ONG continuano a lanciare l'allarme, come Solidarités International, che opera in Darfur da diversi mesi.

Solidarités International descrive una situazione umanitaria catastrofica, soprattutto in Darfur. Non c'è acqua, né cibo, né medicine. Le sacche di carestia minacciano di espandersi. I bambini sono la prima popolazione colpita. La direttrice regionale di questa ONG, Justine Muzik Piquemal, direttrice regionale, ritorna dopo tre settimane sul posto: “Tutte le crisi cumulative si rivolgono, nel migliore dei casi, se così posso dire, ai bambini con ritardi di crescita fisica e mentale, e nel peggiore ai danni di un’intera popolazione che morirà di fame”.

“Sono passati due anni da quando i bambini sono stati vaccinati contro il morbillo. Sappiamo che il morbillo uccide i bambini.”

Justine Muzik Piquemal, di Solidarités International

su franceinfo

Oggi solo una quindicina di ONG operano con difficoltà sul campo. I loro convogli vengono talvolta bloccati dai belligeranti. D'altro canto, le organizzazioni delle Nazioni Unite sono completamente assenti dal Paese, paralizzate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in particolare dai russi che hanno posto il veto su una proposta di cessate il fuoco.

“Il negoziato in corso oggi sull’accesso umanitario è estremamente politico, quindi dobbiamo depoliticizzarlo e tornare ai principi umanitari fondamentali, alla neutralità delle Nazioni Unite, delle ONG che lavorano nella zona”crede Justine Muzik Piquemal. Senza l’aiuto delle Nazioni Unite, il peggio deve ancora venire. Tra cinque mesi arriverà la stagione delle piogge e intere zone del Sudan saranno inaccessibili.



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