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“Non fa distinzione”: il processo per stupro Mazan entra nella fase finale!

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Dopo undici settimane di udienze e il corteo di una cinquantina di imputati davanti al tribunale penale di Vaucluse ad Avignone, il processo per stupro Mazan entra mercoledì nella sua fase finale con l’inizio delle memorie, in primo luogo delle parti civili.

Seguirà poi, da lunedì, l’attesissimo rinvio a giudizio del pubblico ministero, previsto tra tre giorni. La Procura avrà il difficile compito di individuare le condanne per ciascuno dei 51 imputati, 51 uomini di età compresa tra i 26 ei 74 anni.

Se la maggior parte viene processata per gli stessi fatti, ovvero lo stupro aggravato di Gisèle Pelicot, precedentemente sedata dal marito, per un decennio, nella loro casa coniugale a Mazan (Vaucluse), e rischia fino a 20 anni di reclusione penale, la giustizia dovrà tenerne conto il viaggio personale di ogni persona.

E in particolare, come minimo, distinguere tra coloro che sono venuti una sola volta per molestare sessualmente la settantenne, e i “recidivi”: dieci sono tornati più volte, fino a sei volte per quattro di loro.

Io Antoine Camus e Stéphane Babonneau, gli avvocati delle parti civili, che hanno previsto di difendere più di mezza giornata mercoledì, dovrebbero smontare in anticipo questa linea di difesa basata sull’insieme dei fatti: come hanno affermato dall’inizio di questo Processo, 2 settembre, “lo stupro è stupro”.

Una carica ricoperta anche da Gisèle Pelicot. “Sono venuti tutti per violentarmi, quindi non c’è distinzione. Alcuni mi chiedono scusa e riesco a guardarli di più negli occhi, ma hanno tutti commesso un crimine”, ha ricordato martedì la donna diventata ormai un’icona femminista, castigando una società “macho e patriarcale” e invocando questo “ciò che noi stanno cambiando la nostra visione dello stupro.”

Verdetto il 20 dicembre

Dopo le memorie di Me Camus e Babonneau, che saranno precedute mercoledì mattina dalla conclusione dell’interrogatorio di Dominique Pelicot da parte degli avvocati difensori del suo coimputato, il processo sarà sospeso per due giorni, per consentire al pubblico ministero di prepararsi la sua accusa.

L’accusa, rappresentata da Jean-François Mayet e Laure Chabaud, non ha specificato come intende presentare le sue richieste, dal lunedì al mercoledì: decrescendo, dai fatti più gravi ai casi più semplici, o crescendo, come si fa solitamente durante l’assise processi, per finire con le sentenze più dure?

Ma normalmente si dovrebbe iniziare con il caso di Dominique Pelicot, denominatore comune dei coimputati e artefice di questo decennio di stupri perpetrati sulla sua ex moglie.

Dopo l’accusa, una cosa è certa: sarò io, Béatrice Zavarro, avvocato di Dominique Pelicot, ad aprire le difese della difesa giovedì 28 novembre.

Me Zavarro sarà seguito da Me Patrick Gontard, che difende Jean-Pierre M.: unico dei 51 accusati a non aver violentato Gisèle Pelicot, questo discepolo di Dominique Pelicot aveva riprodotto su sua moglie il processo di sottomissione chimica del suo mentore, violentandola una decina di volte tra il 2015 e il 2018.

Il processo riguardante gli altri 49 imputati durerà poi fino al 13 dicembre. I cinque magistrati togati del tribunale avranno quindi una settimana di tempo per deliberare, con la sentenza prevista al più tardi il 20 dicembre.


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Processo per stupro Mazan: Gisèle Pelicot “stanca” ma “combattiva”

Mentre il processo per stupro di Mazan è a metà, Gisèle Pelicot, la vittima principale, è “stanca” ma anche “combattiva”, ha detto lunedì il suo avvocato Antoine Camus.

23.10.2024

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