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Il rivale di Orbán nel mirino di una serie di registrazioni clandestine: un “Watergate ungherese”?

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Peter Magyar, il rinnegato in crociata contro Viktor Orban

Registrazioni manipolate dall’intelligenza artificiale?

Avendo saputo di un’operazione contro di lui, Péter Magyar ha cercato di sgomberare la bomba che stava per esplodere, convocando d’urgenza una conferenza stampa. “La mafia monopartitica di Orbán ha pianificato una campagna di discredito senza precedenti, che includerà un mix di registrazioni video e audio ottenute con mezzi illegali, registrazioni audio acquistate da Evelin Vogel [son ex-petite amie]e prodotti falsi dell’intelligenza artificiale“, ha detto. Péter Magyar ha anche accusato il governo di aver intercettato il suo ufficio e il suo veicolo, di aver violato il suo telefono e di aver investito in uno strumento di intelligenza artificiale per produrre “deepfakes”.

Ma in assenza di prove di “Watergate ungherese” che lui denuncia, anche i media indipendenti trattano la vicenda come la vendetta di una fidanzata, sicuramente sfruttata dal potere. Le registrazioni pervenute alla stampa sembrano essere state effettuate clandestinamente da Evelin Vogel, che avrebbe tentato di estorcere il corrispettivo di 75.000 euro al partito Tisza fondato da Peter Magyar prima di trovare un acquirente altrove. L’interessato risiede oggi in un lussuoso appartamento vicino al Parlamento che appartiene a un uomo d’affari ad esso legato per lungo tempo a Gábor Kubatov, il boss di Fidesz. Quest’ultimo impiega anche Judit Varga, ex moglie di Péter Magyar ed ex ministro della Giustizia.

Péter Magyar si difende sostenendo che le dichiarazioni a lui attribuite sono state manipolate – il che è del tutto possibile – e critica i media per averle riportate, facendo il gioco del governo che desidera, secondo, “distrarre da questioni come la povertà, l’economia e la salute“.

La democrazia ungherese è in pessime condizioni

Il portavoce del governo ha risposto alle accuse di Péter Magyar assicurando che “il governo non si era mai servito dei servizi segreti per screditare gli oppositori politici“Ma nulla incoraggia la fiducia in un paese dove il partito di governo si è quasi fuso con lo Stato e dove i servizi segreti si sono concentrati nelle mani di Antal Rogán, un fedele tra i fedeli di Viktor Orbán. È anche dimostrato che, nel Nel recente passato, il dirigente ha utilizzato spyware Pegaso effettuare la sorveglianza illegale di giornalisti e oppositori; poiché è probabile che sia lui il responsabile delle trappole tese dalla società di sicurezza israeliana Cubo nero alle ONG ungheresi.

La cittadella di Viktor Orbán imbarca acqua

Non è detto che questi attentati possano scuotere l’opinione pubblica, in una società relativamente polarizzata che non crede a nulla che provenga dal campo opposto. Queste registrazioni sono manipolate? Péter Magyar è l’uomo cinico e violento descritto dai media al potere? Chi ha ragione riguardo agli istituti elettorali pro e antigovernativi che danno risultati diametralmente opposti? Nessuno sa più a chi credere, il confine tra verità e menzogna si sta offuscando e il veleno continua a essere instillato in una vita democratica già danneggiata. La campagna già iniziata riserverà senza dubbio molte altre sorprese da qui alle elezioni legislative tra un anno e mezzo.

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