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in tribunale, Gisèle Pelicot parla per l’ultima volta

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RAPPORTO DELL’UDITO Dopo dieci settimane di udienza, gli ex coniugi Pelicot si incontreranno faccia a faccia per l’ultima volta questo martedì 19 novembre.

Ultimo tratto prima della fine della prova. A fine mattinata, per l’ultima volta, ha parlato Gisèle Pelicot. “Ci sentiamo stanchi oggi”sussurra al bar. “Alcuni accusati ammettono lo stupro, ma ho avuto molte difficoltà a sentire che, in definitiva, era molto banale violentare Gisèle Pelicot”continua. “Come possiamo lasciare questa stanza, dopo aver visto questo corpo inerte, e non andare alla polizia?”interroga Gisèle Pelicot davanti al tribunale penale di Vaucluse. «Ho sentito l’imputato dire ‘ero sotto controllo remoto’, ‘ho preso uno Zolpidem’… Per me è il processo di vigliaccheria. Non dirò altro. È tempo che questa società maschilista e patriarcale cambi. Cambiamo il modo in cui guardiamo allo stupro. Non ho molto altro da aggiungere.”.

“Sei vittima di stupro e controllo”

Me Nadia El Bouroumi si avvicina quindi al palco e chiede a Gisèle Pelicot, a bruciapelo: “Dominique Pelicot ti manipolava quotidianamente?” Il settantenne risponde indignato: “Maestro, ho avuto una vita del tutto normale con il signor Pelicot. Pensi davvero che sarei rimasta con un uomo per 50 anni se fossi stata manipolata ogni giorno? Me Bouroumi alza la voce: “Penso che tu sia sotto la forte influenza del signor Pelicot, e lo sei ancora oggi. Guarda, piangi quando parliamo dell’infanzia di Dominique Pelicot! Per me sei vittima di stupro e controllo”.

Il penalista poi cita «gli altri file Pelicot». Il principale imputato degli stupri di Mazan è infatti implicato anche in due casi irrisolti: negli anni ’90 sarebbe stato autore di un tentato stupro e di uno stupro seguito da omicidio. Quando, nel 2022, al momento dell’indagine sugli stupri di Mazan, il DNA di Dominique Pelicot coincide con quello trovato sulla scena dell’aggressione a una giovane donna che lavora in un’agenzia immobiliare, Marion, Dominique Pelicot, che è poi in stato di detenzione per aver consegnato la moglie a sconosciuti, viene interrogato. La prima volta nega. La seconda volta nega. E il terzo, confessa. “Sa che il caso è prescritto e che quindi non rischia nulla”ha spiegato nel settembre 2024 a Figaro l’avvocato della giovane Me Florance Rault. Ma, nel frattempo, gli investigatori hanno stabilito il collegamento con un altro caso: quello dell’omicidio di Sophie Narme. Dominique Pelicot è quindi incriminato non solo per “tentato stupro con armi” su Marion, ma anche per «viola» et “omicidio” su Sophie Narme.

“Se non ti ha mai manipolato, perché è implicato in un caso così grave?”chiede Me Bourumi. “Non dobbiamo mischiare tutto”sussurra il settantenne. “Non chiedi ai tuoi avvocati perché tuo marito è implicato in un caso di omicidio?”esclama Me Bourumi.

Prima di continuare: «Tutto questo per dirti che, in linea di principio, sei d’accordo nel dire che Dominique Pelicot è così forte che, ancora oggi, non puoi perdonarlo e gli concedi delle attenuanti? Gisèle Pélicot si offende: “Non ho mai detto di aver perdonato il signor Pelicot!” Me Bourumi: “Non sono solo le parole, c’è anche la postura…”

I consigli di Gisèle Pelicot, Me Stéphane Babonneau, che sbraita da tempo, interviene: “Cosa stiamo facendo qui? Tortura Madame Pelicot! Me Bouroumi gode di un trattamento preferenziale, parla quando vuole!”protesta. Il presidente: “Me Babonneau, non ti permetto di fare questo tipo di osservazioni, che sono particolarmente inappropriate e indegne dell’abito che indossi.. L’avvocato ha un’espressione avvilita. Gisèle Pelicot protesta: “Vorrei ricordare che questo non è un processo intrafamiliare, è il processo dei 50 imputati alle mie spalle!” Me Bouroumi la prende in parola: “Ah, vedi! Ancora una volta sottolineate che questo è il processo dei 50 imputati e mettete Dominique dietro agli altri… Non ho altre domande”.

“Ti violentava due o tre volte a settimana”

Il penalista di Tolosa non è l’unico a voler riorientare il dibattito su Dominique Pelicot. “Quanti stupri pensi che ci siano stati?», chiede un altro avvocato a Gisèle Pelicot. “Se li conto oggi, circa 200 stupri”, risponde l’interessato, riferendosi agli imputati ma anche a tutti questi uomini non identificati sospettati di essere andati a casa sua per violentarla. Ma non una parola su tutti gli altri stupri commessi, oltre a quelli commessi da sconosciuti, dallo stesso Dominique Pelicot sulla sua persona. L’avvocato penalista sottolinea poi che Dominique Pelicot aveva spontaneamente dichiarato alla corte di aver violentato Gisèle Pelicot due o tre volte alla settimana. “In un solo anno siamo più di mille”sussurra l’avvocato, prima di restituire il microfono.

Si fa avanti un nuovo vestito nero. “Crediamo che tu sia più arrabbiato con i 50 coimputati che con Dominique Pelicot. Gli altri, invece, sono finiti nel tuo letto coniugale per colpa sua…” Gisèle Pelicot, cercando di mantenere la calma: “Ho più rabbia verso i 50 imputati perché nessuno ha denunciato i fatti, nemmeno uno! Venivano a soddisfare i loro impulsi sessuali con Madame Pelicot e poi, solo dopo aver riflettuto, si dissero che qualcosa non andava in quella stanza.

“Per me sono tutti colpevoli”

L’avvocato di uno degli imputati, Patrick A., prende il microfono e solleva Gisèle Pelicot sulla questione degli altri due casi in cui Dominique Pelicot era sospettata di tentato stupro e stupro seguito da omicidio. E svolge un ragionamento degno dei migliori film polizieschi: “Non potremmo dire che Dominique Pelicot è uno stupratore seriale che ha scelto di agire sotto copertura? Nel 1999 accadde qualcosa di molto violento. Ciò che sta accadendo è talmente violento da lasciare addirittura sangue su una scarpa. Ed è solo perché viene ritrovato il suo DNA che Dominique Pelicot riconoscerà i fatti. La sua vittima è fuggita. Si potrebbe pensare che sia stato in quel momento che Dominique Pelicot si è reso conto del rischio criminale di stuprare uno sconosciuto e che ha deciso di reindirizzare il suo viaggio criminale verso di te, Gisèle Pelicot. Ecco perché questi file “Nanterre”. [des deux dossiers sont rattachés à la cellule «cold-case» du tribunal de Nanterre NDLR] ci interessa: prima di perorare e difendere il mio cliente, ho bisogno di sapere chi c’è nella scatola, per poter pesare meglio le mie parole», conclude il penalista. Gisèle Pelicot si rifiuta categoricamente di rispondere.

Un altro avvocato si fa avanti. “Un uomo che è riuscito a manipolare la propria moglie per molti anni, non potrebbe manipolare gli uomini che ha incontrato per pochi minuti?», chiede il presidente dell’ordine degli avvocati. “Questa domanda merita una riflessione“, concorda Gisèle Pelicot, “certamente riusciva a manipolarli telefonicamente, ma quando siamo nella stanza si tratta sempre di manipolazione Maestro? (…) Per me sono tutti colpevoli. Il tribunale farà il suo lavoro. (…) Non sarò mai in pace con ciò che ho vissuto, dovrò conviverci, ci saranno sempre le 51 persone che mi hanno contaminato. Non ho perdonato nulla, queste azioni sono imperdonabili, mi ha tradito. La mia famiglia, i miei amici, i miei figli: non hanno visto nulla. Ho vissuto con qualcuno di buono», conclude Gisèle Pelicot.

Nel suo box, Dominique Pelicot ha la testa bassa e si pizzica il ponte del naso. Il Presidente Me de Palma interviene: “la prima preda sei tu, Signora. La seconda preda sono loro», dice, indicando con la mano i 50 imputati. Ma Gisèle Pelicot non ha detto la sua ultima parola: “guardando i video non mi sembra che siano marionette, Maestro».

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