A riprova, secondo lui, questo incidente avuto al ritorno da quella sera, dove aveva rotto il paraurti della sua macchina, e di cui non aveva memoria.
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“Ci sono andato per una coppia libertina”, dove la donna faceva finta di dormire, ha sostenuto, “mai in vita sua mi ha detto ‘vieni a stuprare mia moglie’”, ha detto insistendo, arrabbiato.
Per Christian L., alias “Chris il pompiere” sul sito coco.fr dove era stato invitato dal signor Pelicot, come gli altri 49 coimputati in questo processo straordinario, la difesa è la stessa: deve essere stato drogato , senza dubbio quando il signor Pelicot gli servì il caffè, caffè di cui però non ha memoria.
“Quel giorno (Nota del redattore: Christian L. è uno dei pochi a venire ai Pelicots durante il giorno, 15 gennaio 2019) c’era un blackout totale finché non ho riavuto la mia Twingo”, ha assicurato alla corte.
E se ha confessato gli stupri mentre era in custodia di polizia, è perché voleva che “tutto questo finisse il più presto possibile”: “Ero pronto a dire loro tutto quello che volevano, e perché no che Kennedy ero io”.
Imperturbabile, Dominique Pelicot ha ripetuto quello che diceva dall’inizio di questo processo, iniziato il 2 settembre: tutti sapevano che sua moglie era stata precedentemente drogata da lui, tutti sapevano che sarebbero venuti a violentarla.
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Solo tre degli ultimi sette imputati hanno potuto essere interrogati sui fatti venerdì, durante le udienze di Nicolas F., 43 anni, Boris M., 37 anni, Philippe L., 62 anni, e Joseph C., 69 anni, avverrà lunedì, ha annunciato il presidente del tribunale Roger Arata, chiudendo i dibattiti.
Ciò dovrebbe rinviare a martedì l’udienza dei due figli dei coniugi Pelicot, David e Florian, gli unici due membri della famiglia a non essere ancora stati ascoltati dal tribunale, ad Avignone.
Una volta data un’ultima volta la parola a Dominique Pelicot, il principale imputato, ed eventualmente alla sua ex moglie Gisèle, il processo entrerà in una nuova fase, non prima di mercoledì: quella delle memorie. La parola verrà data prima ai difensori delle parti civili, poi ai due rappresentanti della Procura, e poi ai difensori dei 51 imputati.
Dopo aver dato la parola un’ultima volta agli imputati, il tribunale si ritirerà a deliberare, con la sentenza prevista al massimo il 20 dicembre.
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