Da giovedì è chiuso ‘temporaneamente’ il Museo moscovita sulla storia dei Gulag, dedicato alla memoria delle repressioni sovietiche e del sistema concentrazionario. Ufficialmente per violazioni della sicurezza antincendio.
“Il Museo di storia del Gulag sospende temporaneamente le sue attività dal 14 novembre 2024”, ha annunciato il museo in una nota.
Le ispezioni hanno scoperto “violazioni della sicurezza antincendio” che “rappresentano una minaccia” per i visitatori, secondo il museo, che non specifica una data prevista per un’eventuale riapertura.
Sito web più ricercabile
Giovedì il contenuto del sito web dell’istituto non era più visualizzabile, sulla copertina era disponibile solo l’annuncio della chiusura e l’accesso alla libreria online, ha osservato l’AFP. Contattata dall’AFP, l’amministrazione del museo ha rifiutato di commentare.
Creato nel 2001, questo museo riunisce numerosi archivi ufficiali e familiari, oggetti e foto appartenuti a vittime, persone comuni o celebrità come gli scrittori Alexander Solzhenitsyn e Varlam Shalamov.
Storia dei campi sovietici
Ospita una mostra permanente dedicata alla storia dei campi sovietici dal 1918 al 1956, oltre a mostre temporanee. Vi vengono regolarmente organizzati spettacoli, concerti e convegni.
Il museo ospita anche un centro di documentazione che aiuta i visitatori a trovare informazioni sui loro familiari vittime dello stalinismo.
I crimini stalinisti furono minimizzati
In Russia la figura di Stalin, responsabile di gigantesche repressioni che provocarono milioni di morti, è ambivalente. Sebbene il presidente russo Vladimir Putin condanni occasionalmente gli eccessi dello stalinismo, la linea politica seguita dal Cremlino è generalmente quella di minimizzarli.
I milioni di vittime della repressione politica sono ridotti al minimo indispensabile nei libri di storia. Stalin viene presentato innanzitutto come un eroe della Seconda Guerra Mondiale e come l’assassino del nazismo, in un contesto di esaltazione patriottica e di glorificazione della potenza militare dell’URSS, in particolare dopo l’attacco all’Ucraina.
Il ‘ritorno dei nomi’
Coloro che denunciano questo approccio finiscono nel mirino delle autorità. Memorial, la grande ONG che elenca sia le repressioni sovietiche che quelle dell’attuale regime, è stata classificata come ‘agente straniero’ e poi bandita alla fine del 2021.
Memorial ha creato il ‘ritorno dei nomi’, una giornata annuale durante la quale i cittadini si riuniscono ogni 29 ottobre per elencare i nomi delle vittime della repressione. Ma è dal 2020 che in Russia non si può tenere normalmente: le autorità citano la pandemia di Covid per vietare ogni assembramento.
Il 30 ottobre, il Museo Gulag di Mosca ha organizzato un’azione simile: durante il giorno le persone hanno letto i nomi delle persone uccise durante il terrore sovietico.
/ATS
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