Mercoledì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha fornito un’analisi dettagliata della situazione a Gaza, chiedendo la fine del conflitto e sottolineando i progressi compiuti negli aiuti umanitari in seguito alla lettera inviata alle autorità israeliane un mese fa.
“Israele ha raggiunto gli obiettivi strategici che si era prefissato”, ha detto Blinken, ritenendo che “è giunto il momento di porre fine alla guerra”. Secondo lui lo Stato ebraico è riuscito a smantellare l’organizzazione militare di Hamas e a neutralizzare i suoi leader responsabili degli attentati del 7 ottobre.
Il capo della diplomazia americana ha illustrato i progressi compiuti in seguito alla lettera firmata insieme al segretario alla Difesa Austin: delle 15 misure richieste, 12 sono state attuate o sono in fase di attuazione. Tuttavia, persistono tre sfide principali: la necessità di revocare gli ordini di evacuazione una volta terminate le operazioni militari per consentire il ritorno delle popolazioni sfollate, il ripristino dei convogli commerciali, attualmente ostacolati da problemi di saccheggi e l’istituzione di pause umanitarie prolungate in vaste aree di Gaza . Blinken ha sottolineato in particolare l’importanza delle pause prolungate: “Abbiamo bisogno di pause di diversi giorni, non solo di poche ore come avviene adesso”, citando il successo della campagna di vaccinazione antipolio che è riuscita a raggiungere centinaia di migliaia di bambini attraverso questi diffusi metodi di vaccinazione. interruzioni dei combattimenti. Il segretario di Stato ha criticato anche il “silenzio assordante” della comunità internazionale nei confronti di Hamas, ricordando che l’organizzazione ha respinto diverse proposte di cessate il fuoco e di rilascio di ostaggi, inclusa un’offerta israeliana che garantisce ai suoi militanti un passaggio sicuro fuori da Gaza in cambio di ostaggi. Per porre fine al conflitto, Blinken ha individuato due condizioni essenziali: il rilascio degli ostaggi, tra cui sette americani, e l’istituzione di un piano chiaro per il “dopoguerra” che garantisca che Hamas non possa riprendere il controllo di Gaza una volta che le forze israeliane si saranno ritirate. Nel frattempo, Washington continuerà a monitorare “quotidianamente” l’attuazione delle misure umanitarie da parte di Israele, ha assicurato, sottolineando che la drammatica situazione a Gaza potrà essere pienamente risolta solo con la fine del conflitto.
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