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“Kamala Harris ha commesso l’errore di non rivolgersi all’elettorato cattolico”

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ll 7 novembre, intervistato dai giornalisti, il cardinale segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin, aveva questa formula molto gesuita e prudenziale riguardo alla vittoria di Donald Trump: “Gli auguriamo tanta saggezza, perché è la virtù principale dei governanti, secondo la Bibbia. » Ricordando, tra l'altro, che le proposte cattoliche sull'immigrazione lo erano «molto preciso, molto chiaro» e che questa questione meritava un approccio “veramente umano”ha confermato anche il riavvicinamento del Vaticano alla Cina, già descritto in precedenza da Mike Pompeo, allora segretario di Stato nella prima amministrazione Trump [2018-2021]di colpa morale.

Ma la diplomazia della Santa Sede sembra non avere alcuna influenza sugli elettori cattolici negli Stati Uniti. Né questi ultimi sembrano aver ascoltato le raccomandazioni della propria conferenza episcopale, che invitava a scegliere candidati (in tutte le elezioni del 5 novembre) in grado di garantire «il bene comune di tutti e la promozione della dignità della persona umana, in particolare dei più vulnerabili tra noi, compresi i nascituri, i poveri, gli stranieri, gli anziani e gli infermi, nonché i migranti».

I cattolici (circa il 20% dell’elettorato) hanno infatti votato principalmente per un candidato con promesse non cattoliche: espulsione di milioni di persone dal Paese, revoca delle norme ambientali, abrogazione dell’Affordable Care Act [loi qui permet à une grande majorité d’Américains de bénéficier d’une couverture santé]opposizione ai sindacati, ecc. Avrebbero finito per abbracciare in massa l’ideologia del nazionalismo cristiano portata avanti da alcuni sostenitori trumpisti? La risposta non è così semplice.

Certamente, i sondaggi pre-elettorali di settembre hanno notato lo spostamento delle intenzioni del voto cattolico, dando il 47% per Kamala Harris e il 52% per Donald Trump. Da anni i commentatori evidenziano l’effetto squilibrante nel mosaico cattolico dell’alto voto dei cattolici bianchi per Donald Trump: si concentrano, infatti, elettori molto conservatori e anche molto religiosi, ostili all’aborto. Questo segmento “razziale” ha votato per Trump e per i repubblicani con il 64% nel 2016, il 59% nel 2020 e il 62% nelle elezioni di medio termine del 2022.

Ondata di reazione virilista

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