Dopo le violenze di Amsterdam che hanno provocato il ferimento di una trentina di persone la settimana scorsa, il vicedirettore del Museo dell’Olocausto di Montreal è preoccupato per l’aumento degli atti antisemiti dallo scorso ottobre, sia qui che a livello internazionale.
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“Sono costernato e perfino disgustato”, ha detto il direttore generale Audrey Licop.
Questi incidenti verificatisi nei pressi del Museo di Anna Frank dopo una partita di calcio della squadra israeliana non sono isolati, secondo la signora Licop.
Ha osservato un aumento delle tensioni dopo gli attacchi di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023.
“Da [cette date]le persone devono comprendere lo shock e il trauma che si sono risvegliati nella comunità ebraica di Montreal”, ha sottolineato.
L’istruzione come baluardo
In questo contesto teso, il museo mantiene le sue porte aperte nonostante i lavori di costruzione nella sua nuova sede in Boulevard Saint-Laurent. “Era fuori questione chiudere il museo”, ha insistito la signora Licop.
“Ogni critica a Israele è legittima. Ma rendere tutti gli ebrei colpevoli delle azioni di Israele è antisemitismo”, ha affermato, chiedendo una consapevolezza collettiva di questa distinzione.
“Abbiamo un grande bisogno di esaminare la nostra coscienza in tutto il movimento antirazzista, in tutto il movimento progressista per affrontare la verità. Vi direi la stessa cosa se si fosse trattato di rivolte islamofobe”, ha detto la signora Licop.
Situato sul Chemin de la Côte-Sainte-Catherine, il Museo dell’Olocausto di Montreal continuerà ad accogliere i visitatori nella sua sede attuale fino al suo trasloco, la cui data resta da confermare.
*Questo testo, generato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, è stato rivisto e validato dal nostro team sulla base di un’intervista realizzata presso QUB.
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