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Il francese muore mentre cerca di entrare nel cosmodromo di Baikonur

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l’essenziale
Un francese è morto di disidratazione mentre cercava di entrare nel cosmodromo di Baikonur. Lo accompagnava un secondo francese. Quest’ultimo è sopravvissuto, indica martedì 11 giugno l’agenzia di stampa russa RIA.

Il desiderio di scoprire il cosmodromo di Baikonur (Kazakistan) è costato la vita a un francese, ha riferito lunedì l’agenzia di stampa russa RIA Novosti, citando una fonte anonima che lavora sul sito spaziale. L’informazione è stata confermata anche da Reuters.

Quest’ultimo, partito in auto sull’autostrada con un’altra persona, ha lasciato il suo veicolo sulla strada principale per andare, pare a piedi, a visitare la base di lancio russa.

Ma “durante il viaggio uno di loro si è ammalato”, precisa l’agenzia. Il suo amico, che è tornato sui suoi passi verso l’auto per cercare aiuto, non è riuscito ad aiutarlo in tempo. L’uomo è morto di disidratazione.

Una base di lancio in mezzo al deserto

Il cosmodromo di Baikonur si trova nel mezzo del deserto kazako, a più di 2.000 chilometri da Mosca. Tuttavia, è da questo luogo, in mezzo al nulla, che dalla metà del XX secolo vengono lanciati i razzi russi. Nonostante il suo aspetto in disuso, la base rimane una delle più attive al mondo. In questa regione arida, le temperature sono estreme: fino a 50°C in estate e -30°C in inverno.

Il sito è molto ambito dagli appassionati della conquista dello spazio, ma anche dagli appassionati dell’urbex (attività turistica che consiste nella visita di edifici abbandonati). Possono entrare, però, solo i visitatori che abbiano mostrato le proprie credenziali: è necessario ottenere la previa approvazione del tour operator autorizzato da Roscosmos – l’agenzia spaziale russa – che è l’unico in grado di rilasciare autorizzazioni alla visita. Ottenere un pass può richiedere molto tempo, a volte fino a 50 giorni, afferma un’agenzia di viaggi kazaka. Inoltre, ad alcuni turisti non è più consentito accedere alla base di lancio. Ciò è particolarmente vero per i turisti occidentali, spiega un articolo su Figaro pubblicato nel settembre 2023.

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