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COP29: Talebani, tensioni commerciali, scelta di Baku, vertice mondiale sul clima tra preoccupazioni e incognite

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Elezione di Donald Trump, tensioni commerciali che appesantiscono l'agenda negoziale, arrivo di funzionari talebani, volontà di boicottaggio: la COP 29 si muove in un contesto molto delicato.

Al di là delle questioni della lotta essenziale contro il cambiamento climatico, su cui dovrebbero concentrarsi la maggior parte delle preoccupazioni, le discussioni e le decisioni dei partecipanti al vertice mondiale sul clima, che si aprirà a Baku questo lunedì, 11 novembre e si svolgerà fino al 22 novembre, infine, sono altri i temi che animano i dibattiti attorno a questa COP29.

A cominciare dalla vittoria di Trump alle presidenziali americane che ha subito offuscato le prospettive di un accordo solido, nel corso di questo vertice, su un nuovo obiettivo di finanziamento per la lotta al cambiamento climatico o sull'aumento del numero dei contribuenti, obiettivi principali della conferenza, come già evidenziato in queste colonne.

Cambiamenti climatici, una bufala secondo Trump

Donald Trump, che in passato ha definito il cambiamento climatico una bufala, ha affermato che intende ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi del 2015 all’inizio del suo nuovo mandato, e i suoi consiglieri politici hanno suggerito di ritirarsi anche dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite. sui cambiamenti climatici, ratificato dal Senato degli Stati Uniti nel 1992.

Un altro importante motivo di preoccupazione precede anche il lancio di questa COP29. Nell'agenda dei quali la Cina ha inserito i negoziati commerciali, un'iniziativa che potrebbe interrompere l'avvio delle discussioni.

Funzionari talebani a Baku

Funzionari talebani parteciperanno alla COP29, ha annunciato domenica il ministero degli Esteri afghano. Sarà la prima volta dal ritorno al potere dei talebani in Afghanistan (uno dei paesi più colpiti dal cambiamento climatico), nell’agosto 2021, che i rappresentanti della loro amministrazione parteciperanno a un evento internazionale di alto livello.

Le Nazioni Unite non hanno autorizzato i Talebani ad occupare il quartier generale dell'Afghanistan presso l'Assemblea Generale, e il governo afghano non è formalmente riconosciuto dagli stati membri dell'organizzazione. La presidenza azera ha rifiutato di commentare.

La bozza di programma, pubblicata venerdì, comprende infatti una proposta cinese, già riportata da Reuters, riguardante la tassa sul carbonio ai confini dell’Unione Europea (UE) e altre “misure commerciali restrittive” che, secondo Pechino, danneggiano i paesi in via di sviluppo.

I delegati alla COP29 devono adottare l’ordine del giorno per consenso e questo sarà il loro primo compito quando i negoziati inizieranno lunedì prossimo.

Un blocco di paesi denominato Basic

Secondo alcuni diplomatici l’UE dovrebbe opporsi alla proposta cinese, presentata a nome del blocco Basic, di cui fanno parte anche Brasile, India e Sudafrica. Tuttavia, se l'ordine del giorno non venisse approvato, l'inizio dei negoziati potrebbe essere ritardato, il che ridurrebbe il tempo a disposizione per la missione principale dell'incontro.

I paesi del gruppo Basic, ad esempio, hanno fortemente criticato la carbon tax alle frontiere dell’UE, che mira a tassare, a partire dal 2026, le emissioni di CO2 legate, tra gli altri, alle importazioni di acciaio e cemento.

“Dobbiamo boicottare la COP29”

Un portavoce della Commissione europea contattato sull’argomento ha rifiutato di commentare, poiché l’UE ha già affermato che le controversie commerciali dovrebbero essere gestite dall’Organizzazione mondiale del commercio.

Infine, oltre all'arrivo annunciato questa domenica dei leader talebani a Baku che susciterà inevitabilmente non pochi commenti (vedi anche sotto), la scelta stessa di organizzare il vertice a Baku ha sollevato e continua a sollevare interrogativi.

Quindi, anche questo 10 novembre, nelle pagine di Domenica alla Tribunaeurodeputato Renew (macronista) Nathalie Loiseau ha affermato: “Dobbiamo boicottare la COP29”.

Senza Emmanuel Macron

E per aggiungere: “È uno scherzo organizzare una COP in un Paese che vive di idrocarburi e li importa dalla Russia. Dicono di proteggere il pianeta ma non proteggono nemmeno il loro popolo rifiutandosi di firmare l'accordo di pace con l'Armenia nel Nagorno. Conflitto di Karabak”.

Una voce tra tante altre che si pronuncia contro lo svolgimento di questa COP in Azerbaigian. Una COP alla quale Emmanuelle Macron non parteciperà, per la prima volta dal 2019. Sarà Agnès Pannier-Runacher, ministro della Transizione ecologica, a rappresentare il governo.

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