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Donald Trump chiede ai senatori repubblicani di esentarlo dall'approvazione delle sue nomine

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Il Campidoglio, che ospita il Senato degli Stati Uniti, a Washington, il 10 novembre 2024. DANIEL SLIM/AFP

Domenica 10 novembre il presidente eletto americano Donald Trump ha chiesto ai senatori di esentarlo dall'approvazione, in linea di principio obbligatoria, di nominare i più alti funzionari della sua futura amministrazione.

Un articolo della Costituzione americana gli permette di effettuare nomine senza che queste siano approvate dal Senato quando quest'ultimo non è in sessione. Questa disposizione tuttavia viene attivata raramente, con i senatori che si dispongono a sedere al momento delle nomine ed esercitare così il loro potere di controllo sull'esecutivo.

Il Partito repubblicano ha riconquistato la maggioranza al Senato, che si riunirà a gennaio per prestare giuramento, ma i democratici eletti potrebbero ancora rallentare il processo di approvazione delle nomine.

“A volte le votazioni possono richiedere due anni o più. Questo è quello che loro fatto quattro anni fa e non possiamo permettere che accada di nuovo.”ha protestato domenica, il X, il presidente eletto. “Qualsiasi senatore repubblicano che intenda conquistare l’ambito posto di leadership al Senato degli Stati Uniti deve accettare le candidature” al di fuori delle sessioni parlamentari, ha aggiunto.

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Il sostegno dei senatori repubblicani

I tre senatori che si battono per questa posizione hanno reagito sostenendo la richiesta di Donald Trump. “Concordo al 100%. Farò di tutto per garantire che le vostre candidature [soient approuvées] il più velocemente possibile»ha scritto Rick Scott, senatore eletto in Florida, sostenuto dai miliardari Vivek Ramaswamy ed Elon Musk e da altri alleati di Donald Trump per supervisionare i funzionari eletti dal partito al Senato.

“Dobbiamo agire in modo rapido e deciso per garantire che le nomine del presidente siano approvate e che tutte le opzioni siano sul tavolo, inclusa la nomina durante la pausa parlamentare”ha dichiarato John Thune, eletto dal South Dakota, attuale numero due repubblicano al Senato.

“È inaccettabile che i senatori democratici blocchino” le nomination, da parte sua, hanno dichiarato John Cornyn, del Texas. “Se lo faranno, rimarremo in sessione anche nei fine settimana finché non cederanno. E la Costituzione dà al presidente il potere di effettuare nomine durante la pausa.”ha aggiunto.

Il Senato americano esamina e conferma mediante un voto, prima in commissione, poi in sessione plenaria, le nomine dei ministri, dei loro vice, ma anche degli ambasciatori, degli ufficiali militari, dei direttori di molteplici agenzie federali e dei giudici, in particolare quelli della Corte Suprema. “Nessun giudice deve essere approvato” prima che i repubblicani scelgano il loro leader e entrino in carica al Senato, ha aggiunto domenica Donald Trump.

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Il mondo con l'AFP

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