I separatisti baluchi hanno ucciso sabato 25 persone, tra cui 14 soldati, su un binario presso la stazione principale del Balochistan, una vivace provincia nel sud-ovest del Pakistan, dove i viaggiatori si stavano ammassando.
L’esplosione è avvenuta intorno alle 8:45 (ora locale) alla stazione ferroviaria centrale di Quetta, capitale del Belucistan, dove i passeggeri aspettavano su un binario. Sulla piattaforma asfaltata è stata spazzata via l’enorme tettoia in lamiera che avrebbe dovuto proteggere i viaggiatori dal sole o dalla pioggia.
Vigili del fuoco, soccorritori e passeggeri sono impegnati a spostare i fagotti abbandonati dai viaggiatori sotto la sorveglianza degli agenti delle forze di sicurezza, fucili automatici alla mano. Pozze di sangue e zaini strappati da cui emergono abiti laceri testimoniano la violenza dell’esplosione.
Possibile attacco suicida
La polizia dice che sta lavorando per determinare il modus operandi utilizzato per questa esplosione. “All’inizio ci sembrava che fosse stato piazzato un esplosivo, nascosto nei bagagli abbandonati, ma ora pensiamo che si trattasse di un attacco suicida”, ha detto Mohammed Baloch, un funzionario di polizia locale, parlando ai giornalisti sul posto.
Il dottor Wasim Baig, portavoce dell’ospedale regionale Sandeman di Quetta, da parte sua ha riferito di aver ricevuto “46 feriti”.
Nel mirino l’esercito pakistano
L’Esercito di Liberazione del Balochistan (BLA), uno dei principali gruppi separatisti beluci, ha rivendicato la responsabilità dell’esplosione alla stazione ferroviaria. In un comunicato, la BLA ha affermato che una delle sue brigate ha preso di mira “un’unità dell’esercito pakistano che stava tornando in Punjab attraverso la stazione ferroviaria dopo l’addestramento presso la scuola di fanteria”.
La BLA denuncia regolarmente attacchi mortali contro le forze dell’ordine e contro i pakistani di altre province.
Attacca in particolare i Punjabi che costituiscono il più numeroso dei sei principali gruppi etnici del Pakistan e sono considerati dominanti nelle file dell’esercito, impegnati nella battaglia contro i separatisti.
Alla fine di agosto ha rivendicato la responsabilità di attacchi coordinati da parte di decine di aggressori che hanno provocato almeno 39 morti, uno dei peggiori bilanci della regione.
afp/edel
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