Pubblicato il 1 novembre 2024 alle 09:31. / Modificato il 1 novembre 2024 alle 09:40.
Nel mezzo di un campo appena mietuto, due cannoni guardano il cielo sorprendentemente azzurro di fine ottobre. Montate sul retro di un pick-up, queste antiche mitragliatrici Maxim danno la caccia ai droni russi che si dice siano in agguato in questo settore a ovest di Kiev. Alla guida di questo sistema di difesa antiaerea fatto in casa, che combina armi del 1940 e un visore notturno collegato a un tablet digitale, Taïana si dispera: “So mirare e sparare molto bene, ma non ne ho mai abbattuto uno. Ogni volta che uno Shahed si dirige verso il mio settore, si gira poco prima!” La bruna dai capelli ricci scoppia a ridere.
Cinque mesi fa, Taïana, 41 anni, è diventata una “strega di Boutcha”. Si è unita a un’unità di volontari apparsa nei sobborghi martiri di Kiev. Associata al 133esimo battaglione della 114esima brigata di difesa territoriale, questa unità ha la particolarità di avere una stragrande maggioranza di combattenti donne: 93 contro una quindicina di uomini, secondo il comandante, il colonnello in pensione Andriy Verlaty.
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