DayFR Italian

Géraldine Pflieger: “La COP resta importante in termini di obiettivi da raggiungere” – rts.ch

-

La specialista climatica Géraldine Pflieger accompagnerà la delegazione svizzera alla COP29, che si terrà a metà novembre in Azerbaigian. Se il divario tra le “promesse fatte” dai paesi e gli obiettivi raggiunti si sta ampliando, la discussione rimane essenziale per fissare gli obiettivi da raggiungere, a suo avviso.

Tra poco meno di un mese, leader mondiali, imprenditori e rappresentanti della società civile si riuniranno a Baku per cercare di sviluppare obiettivi comuni sulla protezione del clima in occasione della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29).

Al centro dei dibattiti di quest’anno c’è la questione del finanziamento del clima, una “questione importante”, secondo Géraldine Pflieger, direttrice dell’Istituto di scienze ambientali dell’Università di Ginevra (UNIGE) e consulente scientifica della delegazione svizzera a COP2.

Più precisamente si tratta di quantificare “gli obiettivi di sostegno, in particolare per i Paesi in via di sviluppo, per sostenerli sia in termini di riduzione delle emissioni che di adattamento ai cambiamenti climatici”, spiega il ricercatore a La Matinale.

Finanza […] è una questione importante perché esiste una forma di responsabilità condivisa nel cambiamento climatico

Géraldine Pflieger, membro della delegazione svizzera alla COP29

Questo sostegno è giustificato da “una forma di responsabilità condivisa nel cambiamento climatico”, in breve, dalla giustizia climatica, sottolinea ulteriormente lo specialista.

Finanziamenti inferiori al fabbisogno

A partire dal 2022, i paesi industrializzati sono riusciti a stanziare ogni anno 100 miliardi di dollari (86 miliardi di franchi) per questo scopo, una promessa fatta alla COP15… nel 2009. D’ora in poi, l’obiettivo è fissare un obiettivo “per la periodo successivo al 2025», spiega il Consiglio federale.

Questi nuovi finanziamenti resteranno tuttavia ben al di sotto delle necessità effettive. Secondo gli esperti commissionati dalle Nazioni Unite, sarebbero necessari circa 2,4 trilioni di dollari all’anno per coprire i bisogni dei paesi in via di sviluppo (esclusa la Cina) in modo che possano raggiungere i loro obiettivi climatici.

>>Leggi anche: L’accordo raggiunto alla COP28 di Dubai è davvero storico?

Promesse, ancora promesse?

Di fronte a queste sfide vertiginose, i decisori sono spesso tentati di alzare troppo l’asticella, un fenomeno noto come “divario di attuazione”, spiega Géraldine Pflieger, o “il divario che conosciamo, in particolare nei paesi industrializzati […] tra le promesse fatte e la capacità stessa di mantenerle.

Ha quindi senso continuare a fare promesse se poi non vengono mantenute? “Queste chiacchiere” restano comunque importanti, assicura il professore dell’Unige, perché “ci danno, in un certo senso, un termometro in termini di obiettivi da mantenere”.

Queste linee rosse servono anche come argomento nel numero sempre crescente di casi di controversie sul clima. Permettono così di responsabilizzare i firmatari “a tutti i livelli di questi obiettivi”, osserva Géraldine Pflieger.

>> Leggi di più: Il numero di sperimentazioni climatiche è raddoppiato in cinque anni in tutto il mondo

Per i decisori, come il cittadino medio, la crisi climatica può ancora sembrare un problema irrisolvibile. Per far fronte a ciò, lo specialista consiglia di non cadere né nell’“ansia per il futuro”, che può paralizzare, né nel “beato soluzionismo”. Dovremmo piuttosto chiederci “perché non possiamo accelerare la realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissati”.

In qualità di sindaco di Saint-Gingolph (Francia), Géraldine Pflieger sottolinea infine che se gli obiettivi internazionali devono essere comuni, “le soluzioni sono eminentemente locali, regionali o cantonali”.

Commenti raccolti da Delphine Gendre

Web di adattamento: Doreen Enssle

Related News :