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Il Mali segue l’esempio della Costa d’Avorio, del Burkina Faso e…

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Il Mali sta seguendo l’esempio della Costa d’Avorio e del Burkina Faso e regolerà l’uso dei servizi a banda larga Starlink.

A causa della mancanza di approvazione da parte dell’azienda in questi paesi, il suo utilizzo è stato considerato illegale. In Mali, le autorità di transizione ne hanno deplorato l’utilizzo da parte di gruppi armati. Mercoledì 9 ottobre 2024, in Consiglio dei ministri, Bamako ha finalmente ribaltato la sua decisione.

Le autorità di transizione maliane hanno dovuto regolamentare anziché vietare, dopo aver constatato che i kit Starlink continuano a funzionare in Mali, nonostante il divieto annunciato lo scorso marzo.

Viene pertanto nuovamente autorizzata, per un periodo di sei mesi, l’importazione e la commercializzazione delle apparecchiature Starlink “stabilire un quadro normativo e una piattaforma di registrazione e identificazione per tutti gli utenti », secondo il comunicato stampa pubblicato al termine del Consiglio dei ministri del 9 ottobre 2024.

L’integrazione del fornitore di accesso nel mercato legale potrebbe aprire la strada alla tassazione di Starlink, che finora è sfuggita agli obblighi a cui sono soggetti gli operatori di telecomunicazioni titolari di una licenza nel Paese. Bamako vuole soprattutto sapere con precisione chi utilizza Starlink.

La sua rete satellitare unica e molto fitta, “orbita bassa”permette di connettersi ad internet nelle zone più remote. Questo è il motivo per cui questo fornitore è ampiamente utilizzato nelle zone desertiche del Nord, da ONG, aziende o privati. Ma anche da parte di tutti i gruppi armati presenti, jihadisti o ribelli.

Legalizzando Starlink, lo Stato maliano desidera averlo“interlocutori ufficiali” nel tentativo di controllare l’uso dell’attrezzatura.

Il Mali, il Burkina Faso o anche la Costa d’Avorio lo avrebbero capito. È più utile regolamentare i servizi a banda larga di Starlink piuttosto che vietarli.

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