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In Libano, l’UNIFIL avverte di un conflitto regionale “catastrofico”.

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La Forza ad interim delle Nazioni Unite dispiegata nel sud del Libano (UNIFIL) ha avvertito sabato di un conflitto regionale “catastrofico”, mentre l’esercito israeliano combatte Hezbollah libanese e Hamas palestinese, alleati dell’Iran.

Almeno 15 persone sono state uccise sabato nei raid israeliani in tre villaggi a nord e a sud di Beirut, fuori dalle roccaforti filo-iraniane di Hezbollah, ha riferito stasera il ministero della Sanità libanese.

La guerra a Gaza, innescata da un attacco senza precedenti di Hamas il 7 ottobre 2023 sul suolo israeliano, e quella in Libano sono accompagnate da un’escalation tra Israele e Iran, con i leader israeliani che minacciano di rispondere all’attacco missilistico iraniano del 1° ottobre.

Dopo aver indebolito Hamas a Gaza, a settembre Israele ha spostato il fronte di guerra in Libano, con l’obiettivo di allontanare Hezbollah dalle zone di confine e fermare il lancio di razzi per consentire il ritorno nel nord di Israele di circa 60.000 abitanti sfollati.

– “Inaccettabile” –

Il fronte aperto nell’ottobre 2023 da Hezbollah contro Israele, a sostegno di Hamas, si è trasformato in guerra aperta il 23 settembre con l’inizio di intensi bombardamenti israeliani sulle roccaforti di Hezbollah in Libano, uccidendo in particolare il leader del movimento Hassan Nasrallah.

L’esercito israeliano ha poi lanciato un’offensiva di terra il 30 settembre nel sud del Libano.

“Il conflitto tra Hezbollah e Israele non è solo un conflitto che coinvolge due paesi. Molto presto, potrebbe diventare un conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti”, ha detto sabato all’AFP il portavoce di Hezbollah, Andrea Tenenti.

Venerdì Israele è stato preso di mira dopo che l’UNIFIL ha accusato le truppe israeliane di aver sparato “ripetutamente” e “deliberatamente” sulle sue posizioni.

Cinque caschi blu sono rimasti feriti in 48 ore, secondo l’UNIFIL, le cui posizioni hanno subito “molti danni”, ha detto Tenenti.

L’esercito israeliano ha affermato di aver sparato in direzione di una “minaccia”.

Il presidente americano Joe Biden ha chiesto a Israele di non sparare più contro le forze ONU in Libano, mentre il suo omologo francese Emmanuel Macron ha ritenuto “inaccettabile” che queste siano prese di mira “deliberatamente dalle forze israeliane”.

Sabato, almeno 40 paesi, tra cui 34 contributori dell’UNIFIL, hanno dato “pieno” sostegno alla forza e hanno sollecitato la protezione delle forze di pace.

Dall’ottobre 2023, più di 2.100 persone sono state uccise in Libano, di cui oltre 1.200 dal 23 settembre, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali. L’ONU ha registrato quasi 700.000 sfollati.

Il ministero della Sanità libanese ha detto che nove persone sono state uccise sabato nei raid israeliani contro i villaggi di Maaysra e Barja, a nord e a sud di Beirut, fuori dalle roccaforti di Hezbollah.

In serata, secondo l’agenzia ufficiale libanese ANI, uno sciopero ha preso di mira un mercato a Nabatiyeh, nel sud del Libano. L’esercito israeliano ha recentemente invitato i residenti di 25 comunità, inclusa questa grande città, a spostarsi a nord.

Dopo l’intensificazione, il 23 settembre, degli attacchi israeliani sul Libano meridionale, una roccaforte di Hezbollah al confine con il nord di Israele, decine di migliaia di famiglie sono fuggite da questa regione, secondo le Nazioni Unite.

L’esercito israeliano ha annunciato da parte sua che Hezbollah ha lanciato circa 320 proiettili verso Israele durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro dell’ebraismo, da venerdì sera al tramonto di sabato.

Emmanuel Macron ha esortato Hezbollah a “fermare immediatamente” gli attacchi contro Israele, aggiungendo che un cessate il fuoco deve essere “immediatamente messo in atto” in Libano.

Durante lo Yom Kippur, l’esercito israeliano ha anche affermato di aver colpito 280 “obiettivi terroristici” in Libano e nella Striscia di Gaza.

– “I bambini muoiono” –

Sabato, il presidente del parlamento iraniano, Mohammad-Bagher Ghalibaf, in visita a Beirut, ha denunciato i “crimini” del “selvaggio regime sionista” in Libano.

Il giorno prima, l’Iran aveva ribadito di essere “pronto a difendere la propria sovranità”, mentre Israele aveva promesso al suo nemico giurato una risposta “sorprendente” all’attacco del 1° ottobre.

Nella Striscia di Gaza devastata e assediata, l’esercito israeliano ha continuato la sua offensiva, bombardando soprattutto la regione di Jabalia (nord), dove accusa Hamas di cercare di ricostituire le sue forze.

Israele ha anche invitato i residenti di un’area vicino a Jabalia ad evacuare.

“Ci dicono di andare a sud, ma noi non vogliamo andare lì (…) alcuni hanno provato ad andarci, ma sono stati colpiti”, ha detto all’AFP Sami Asliya, un uomo del posto, di 27 anni a Gaza City dopo aver lasciato Jabalia.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha provocato la morte di 1.206 persone in Israele, la maggior parte civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani e inclusi ostaggi morti o uccisi durante la prigionia a Gaza.

Almeno 42.175 palestinesi sono stati uccisi, in maggioranza civili, nell’offensiva israeliana a Gaza, secondo i dati del ministero della Sanità del governo di Hamas, ritenuti attendibili dall’ONU.

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