Da diverse settimane in Turchia vengono organizzate manifestazioni per denunciare l’inerzia del governo dopo una serie di femminicidi, tra cui l’omicidio di due donne da parte di un giovane di 19 anni.
Una serie di notizie sordide. Nelle ultime settimane si sono verificate proteste in tutta la Turchia. Il fattore scatenante: l’omicidio di due giovani 19enni avvenuto il 9 ottobre. Uno è stato sgozzato e il secondo decapitato sulle mura della città di Istanbul, nel quartiere vecchio di Fatih.
L’autore del femminicidio, anche lui 19enne, si è poi suicidato. La madre aveva chiesto un seguito, le ragazze avevano sporto denuncia contro le molestie ma senza alcun risultato. Altro dramma finora, il recente ritrovamento del corpo della piccola Narin, 8 anni, vittima di abusi sessuali e le cui indagini sono ancora in corso, come riporta il quotidiano Hürriyet. Suo zio è stato arrestato ed è tra i sospettati.
Poi, nell’ovest del paese, un bambino di 2 anni, maltrattato e abusato sessualmente, è stato ricoverato in ospedale prima di morire il 7 ottobre, secondo Arti Gerçek, precisando che la madre, il suo compagno, un vicino e i due figli della famiglia sono stati arrestati.
Un sistema che “non tutela le donne”
Nonostante non esistano fonti ufficiali in Turchia sul numero dei femminicidi, le ONG femministe, secondo fatti riportati dalla stampa, hanno registrato almeno 295 casi di donne uccise dall’inizio dell’anno, nella maggior parte dei casi da parte dei loro coniugi, ex partner o membri della loro famiglia stretta. Vengono menzionati anche circa 160 decessi considerati “sospetti”, come le donne cadute dai balconi.
Le ONG femministe denunciano il sistema turco, che non tutela le donne. Elencano diversi difetti della società, come la mancanza di ascolto delle vittime che vengono a sporgere denuncia alle stazioni di polizia.
Nel mirino ci sono anche i tribunali. I giudici sarebbero troppo indulgenti con gli imputati, trovando per loro circostanze attenuanti per ottenere riduzioni di pena. Si segnalano anche casi di recidiva, con mariti condannati per violenza domestica che ottengono la libertà condizionale e una volta rilasciati tornano a casa e uccidono le mogli.
Di fronte a questa situazione, le organizzazioni hanno chiesto una forte reazione da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre quest’ultimo ha ritirato la Turchia dalla Convenzione di Istanbul, l’unica legge che protegge le donne dalla violenza. Per il momento, la prima decisione presa dal governo è quella di bloccare l’accesso alla piattaforma Discord, forum sul quale gli internauti avevano esultato per l’omicidio delle due donne a Istanbul.
“Se non siamo capaci di combattere duramente i responsabili degli omicidi contro donne e bambini, non possiamo assumerci la responsabilità di governare un Paese. Questo è un dovere fondamentale per ogni essere umano”, ha dichiarato Recep Tayyip Erdogan nel novembre 2022.
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